I numeri non ammettono repliche. L’Airone Calcio ha alzato il piede dal pedale dell’acceleratore nell’ultimo mese di gare ufficiali. La squadra allenata da Salotti, oltre a subire l’onta dell’eliminazione ai quarti di Coppa Italia per mano del Vicovaro, stecca anche il big-match del Comunale con la vicecapolista Sporting Genzano (0-2), incassa la terza sconfitta nelle ultime quattro gare di campionato e abbassa inesorabilmente le proprie quotazioni di accesso ai play-off. La prima frazione non riserva particolari episodi di rilievo: pometini e castellani provano generosamente a sfruttare al meglio le caratteristiche dei propri giocatori del reparto avanzato, ma le difese si confermano all’altezza della situazione e non corrono particolari rischi. Uno degli episodi chiave della gara si registra al terzo minuto della ripresa. Il bomber Italiano, con un passato da protagonista nelle scorse stagioni con la casacca dell’Unipomezia del presidente Valle, rimedia il secondo cartellino giallo, finisce anzitempo sotto la doccia e costringe la sua squadra a giocare quasi metà gara in dieci contro undici. La compagine rossoblu, a quel punto, prova a sfruttare al meglio la situazione favorevole e va alla conclusione con i bomber Celiani e Feola, ma l’esperto Apruzzese si fa trovare in entrambi i casi puntuale alla presa. Successivamente lo Spoting Genzano si fa apprezzare per un perfetto equilibrio tra i reparti e, a quattro minuti dalla conclusione, indirizza il match tutto in discesa per merito di Pascucci, ex attaccante del Pomezia Calcio, il quale ha il merito di ricoprire il ruolo di terminale offensivo di una rapida ripartenza. L’Airone Calcio, a quel punto, prova generosamente a salvare il salvabile e si spinge a testa bassa in avanti, ma a trovare ancora la via del gol, in pieno extra-time, è lo Sporting Genzano, che chiude i conti con il neoentrato Rocco, fa una vittima illustre come la squadra allenata da Salotti e si conferma seconda forza del girone con sei lunghezze di ritardo dalla lanciatissima capolista Lavinio Campoverde.
Antonio Gravante
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