Una vittoria che non fa proprio una grinza. Il Real Pomezia comincia sotto i migliori auspici l’avventura in Coppa Italia, fa un sol boccone del Cecchina (4-1), nella gara di andata dei sedicesimi di finale, e mette una serie ipoteca sul passaggio al turno successivo. Il verdetto del campo, tutto sommato, è la netta differenza di caratura tecnica emersa tra le due contendenti durante l’arco dei novanta minuti. La formazione allenata da Persia, decisa a farsi perdonare dai propri sostenitori il passaggio a vuoto di domenica scorsa in campionato nella tana del Monte San Giovanni Campano, sfodera una prova collettiva senza sbavature, si fa apprezzare per una manovra corale lineare e dimostra di volersi giocare al meglio le proprie chance anche nella competizione tricolore. L’undici castellano, invece, allenato da Alfredo Conte, molto rinomato nel contesto sportivo pometino per avere allenato in passato il Pomezia Calcio, ha messo in campo tanta buona volontà, ma è apparso poco pungente in fase di finalizzazione della manovra. La squadra cara al binomio Coculo-Boeri comincia la gara con la massima concentrazione e, dopo soltanto quattro minuti, sfiora la marcatura con una bella combinazione tra Molfesi e Schiumarini. Il numero dieci rossoblu, favorito dal millimetrico passaggio del compagno, entra in area e da posizione defilata calcia di prima intenzione, ma trova la deviazione di un avversario. La sfera si infrange sul palo esterno di sinistra della porta difesa da D’Addio. Bacchiocchi e soci, di conseguenza, beneficiano soltanto di un corner. A riprova di una netta supremazia territoriale, il Real Pomezia passa a condurre al decimo giro di lancette su rigore, decretato dall’arbitro per un fallo di mano commesso, in piena area, da Panariello su tiro di Tornesi. L’arbitro non ha dubbi e assegna il penalty. Ad incaricarsi della trasformazione è il bomber Roversi, il quale spiazza in tutta tranquillità D’Addio e dà letteralmente un calcio a un periodo piuttosto sfortunato. La squadra di Persia, alla mezzora, indirizza ulteriormente la gara nei binari giusti con una ripartenza degna di categorie più importanti. L’attento Adinolfi neutralizza con sicurezza una punizione dal limite dell’area e serve immediatamente sulla corsia di sinistra Peri. L’esterno basso rossoblu scatta indisturbato nella zona di sua competenza e favorisce l’inserimento di Molfesi, il quale si esibisce in un elegante dribbling, lascia sul posto un avversario, nei pressi del limite dell’area, e con una conclusione di giustezza trafigge l’incolpevole D’Addio. Ad inizio ripresa, il Real Pomezia va vicinissimo al tris: Nardi svetta in area più alto di tutti, a seguito di un corner del solito Peri, ma spedisce la sfera di un nonnulla sul fondo. Successivamente la compagine rossoblu gestisce con autorità la situazione favorevole, ma commette una madornale disattenzione, nella fase centrale del tempo, e consente agli avversari di dimezzare le distanze. Il generoso Ceccobelli, dalla linea mediana, indovina il corridoio giusto per Tiberi, il quale si incunea abilmente tra i difensori pometini e, con un preciso diagonale, non lascia via di scampo ad Adinfolfi. Pungolata nell’orgoglio, la formazione pontina riprende immediatamente in mano le redini del gioco e impiega soltanto tre minuti per riportare i ragazzi di Conte a debita distanza. Il merito è di Tornesi, il quale si esibisce in una splendida azione personale, salta elegantemente due avversari e infila di giustezza D’Addio. La gara, a quel punto, cala leggermente di tono. Il Real Pomezia gestisce in scioltezza il risultato, si fa apprezzare per una manovra di squadra piuttosto fluida e, poco prima del triplice fischio, si toglie la soddisfazione di arrotondare il punteggio con il neoentrato Maiali, bravo a finalizzare da pochi passi un perentorio affondo personale di Tornesi. La formazione di Persia, in virtù di tale risultato, mette una seria ipoteca sull’accesso agli ottavi di finale e, aspetto importante da considerare, arriva con la giusta carica emotiva alla sfida casalinga di domenica prossima con il Ciampino.
Antonio Gravante
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