Buona volontà non fa rima con risultato per il Nettuno. La formazione del neopresidente Della Millia non riesce nell’impresa di rallentare la marcia della vicecapolista Vis Artena (0-3), incassa la terza sconfitta consecutiva in campionato e continua a perdere quota in classifica generale. Nanni e soci, a seguito di tale passaggio a vuoto, precipitano al quartultimo posto, subiscono l’aggancio del ritrovato Palestrina e possono contare soltanto su due lunghezze di vantaggio da Cassino, Pomezia Calcio e Lariano, che al momento si trovano costrette a ricoprire lo scomodo ruolo di fanalini di coda del girone. La squadra di Ludovisi scende in campo senza alcun timore reverenziale e, dopo soltanto tre minuti dal fischio d’inizio, ha la possibilità di sbloccare il punteggio su rigore, assegnato dall’arbitro per un fallo commesso ai danni di Colella. Ad incaricarsi della trasformazione è lo stesso Colella, il quale sbaglia clamorosamente l’impatto con il pallone, non centra lo spazio delimitato dai tre legni e lascia il risultato in perfetta parità. I verdeblu non si abbattono per la clamorosa occasione gettata alle ortiche e, poco più tardi, mettono i brividi agli avversari con De Franceschi, il quale calcia in porta da distanza ravvicinata, ma spedisce la sfera clamorosamente sul fondo. Regali del genere, alla resa dei conti, non si possono fare a una squadra di notevole caratura tecnica come quella allenata da mister La Noce. La Vis Artena, infatti, capitalizza al massimo, al quarto d’ora, la prima occasione propizia con Giuseppe Monaco di Monaco, il quale scatta in contropiede e infila Piccariè proteso in uscita. I tirrenici contestano in massa tale marcatura per off-side dello stesso attaccante castellano, ma il signor Tartarone di Frosinone non torna sulla sua decisione e fa riprendere il gioco dal centro del campo. Pungolato nell’orgoglio, il Nettuno prova a sfruttare al meglio le proprie caratteristiche tecniche e, intorno alla mezzora, sfiora la parità con Nanni. L’ex centrocampista dell’Anziolavinio, però, trova puntuale alla presa l’attento Adinolfi. Successivamente i castellani continuano a esprimersi su buoni livelli e, in chiusura di tempo, allungano nel punteggio grazie a una rete da autentico bomber di razza di Giuseppe Monaco di Monaco. Il prolifico attaccante rossoverde concede il bis con uno splendido destro, infila il pallone sotto la traversa e consente alla sua squadra di gestire una situazione di duplice vantaggio. La compagine tirrenica, dopo l’intervallo, prova generosamente a rientrare in partita, ma Romaggioli e compagni si confermano sempre all’altezza della situazione. Mister Salvini, di conseguenza, a metà tempo, decide di passare al 4-2-3-1 per avere maggior peso in avanti. Il trainer verdeblu rileva Di Pietro e getta nella mischia Frezzotti, il quale si sistema sulla trequarti campo tra Colella e Billi. Il bomber Damiani, invece, rimane il principale terminale offensivo. La squadra del presidente Della Millia, animata da una grande voglia di rivalsa, si spinge a testa bassa in avanti, ma pecca di cinismo negli ultimi sedici metri, non riesce a capitalizzare alcuni prolungati batti e ribatti in piena area di rigore castellana e, per forza di cose, rimane sotto di due reti. Nel momento di maggior pressione dei verdeblu, la Vis Artena chiude i conti con Giuseppe Monaco di Monaco, subentrato in precedenza a suo fratello Giuseppe, il quale iscrive anche il suo nome a referto sugli sviluppi di una rapida ripartenza e mette in cassaforte l’intero bottino in leggero anticipo rispetto al triplice fischio. I tirrenici, nelle battute conclusive del match, provano generosamente a realizzare quantomeno la classica rete della bandiera, ma Adinolfi fa sempre buona guardia e corona il sogno nel cassetto di concludere la gara con la porta inviolata. Il Nettuno, dunque, esce ancora una volta dal campo a mani vuote e, senza nulla togliere a una squadra di assoluto valore come la Vis Artena, non può fare altro che mordersi le mani per non aver sfruttato al meglio le occasioni favorevoli durante l’arco dei novanta minuti.
Antonio Gravante
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