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La Città di Pomezia incassa l’ennesima sconfitta-beffa

CITTA' DI POMEZIA Seconda Categoria SQUADRA 2013-14

L’ultima azione della gara si rivela fatale alla Città di Pomezia nella sfida interna con la Fortitudo Roma. La squadra del presidente Maniscalco, penalizzata oltremisura da una sfilza di defezioni pesanti e dalla duplice inferiorità numerica, scaturita dalle espulsioni dei centrali di difesa Fabio Sebastiani e Caldararu, si arrende nel quinto e ultimo minuto di recupero ai cinici capitolini (1-2), interrompe tra mille rammarichi la serie positiva e rimane attestata a quota undici punti in classifica. Dopo un inizio di gara sostanzialmente equilibrato, la Fortitudo Roma sfiora la segnatura con Danti, il quale intercetta un rinvio sbagliato di Alessandro Caprioli e prova la conclusione dal limite dell’area, ma la sua mira è completamente sbagliata. La sfera si perde sul fondo. Tre minuti più tardi, la compagine capitolina va nuovamente vicina al vantaggio: Crisafulli sbaglia il tempo dell’uscita e consente a Scarpa di impossessarsi della sfera. La sgusciante punta, con grande abilità, salta in dribbling l’estremo difensore rossoblu e calcia in pratica a botta sicura da posizione defilata, ma Caldararu riesce a togliere la sfera dal sacco e, favorito da un rimpallo sul palo, consente al proprio portiere di sbrogliare una situazione piuttosto delicata. A metà frazione, di contro, la squadra pometina ha una buona chance con Lemmo, il quale viene smarcato in piena area da Marinucci, mira l’angolino alla destra di Filisio, ma dà soltanto l’illusione del gol. La Fortitudo Roma, alla mezzora, replica ai rossoblu con il generoso Litrenta, il quale costringe Crisafulli a una provvidenziale respinta di piede. Le due contendenti, dunque, vanno al riposo con il punteggio ad occhiali, ma la compagine pometina deve fare i conti con la pesante ammonizione di Fabio Sebastiani. Il secondo tempo, tutto sommato, comincia nel migliore dei modi per la Città di Pomezia, che passa in vantaggio dopo soltanto tre giri di lancette. L’azione parte da Appolloni, il quale favorisce l’inserimento sulla corsia di sinistra del solito Marinucci. L’esterno basso effettua un perfetto cross al centro dell’area per Okwara, il quale non si lascia sfuggire l’occasione propizia, infila il portiere avversario con un perentorio tocco di punta e si toglie la soddisfazione di realizzare il primo gol con la sua nuova squadra. Nei minuti seguenti, la formazione allenata da Sebastiani gestisce al meglio la rete di vantaggio e si fa apprezzare per le sue comprovate doti di palleggio. I rossoblu, nei successivi trecento secondi, tentano di rimpinguare il bottino di reti con De Gasperis e con Okwara, i quali non riescono a sfruttare al meglio le rispettive occasioni propizie. Dopo il cambio di Appolloni, infortunato, con Metani e la sostituzione di Okwara con Mirko Sebastiani, all’esordio in Prima Categoria, è chiaro l’intento del tecnico pometino di rinforzare la linea di centrocampo per arginare la costruzione del gioco dei rivali di turno. La Fortitudo Roma, però, fa del cinismo la sua dote principale e, un minuto dopo, perviene al pareggio. Da un lungo fallo laterale dello specialista Midulla, evidentemente già provato in altre circostanze, la palla arriva all’altezza del primo palo. I grintosi Calderaru e Sebastiani cercano di allontanare la minaccia, tolgono letteralmente la sfera dalle mani di Crisafulli, forse in uscita piuttosto timida, e agevolano il compito al nuovo entrato Marino. Il numero quindici capitolino gentilmente ringrazia e pareggia da pochi passi. Probabilmente questo episodio dà origine a una forma di tensione tra le fila pometine. Ne fanno le spese in rapida successione Fabio Sebastiani e Caldararu. Il primo si trova costretto a ricorrere al fallo tattico al limite dell’area per ovviare a un errore in fase di impostazione della manovra dello stesso Caldararu, quest’ultimo sempre positivo e determinante in tutte le sue apparizioni nella stagione in corso, ma in questo caso decisivo a generare la doppia inferiorità numerica.  Il capitano rossoblu, già ammonito nel corso del primo tempo, per evitare all’attaccante avversario di presentarsi a tu per tu con Crisafulli, rimedia il secondo giallo e deve lasciare il rettangolo di gioco a diciassette minuti dalla conclusione. Galvanizzato probabilmente da un’eccessiva trance agonistica, poco più tardi, Caldararu commette la seconda ingenuità e colpisce a freddo un avversario, tra l’altro a gioco fermo. L’arbitro vede tutto e punisce giustamente il difensore pometino con il cartellino rosso. La squadra di Sebastiani, di conseguenza, rimane in nove a più di un quarto d’ora dal triplice fischio. Nonostante la grande spinta dei capitolini per far propria l’intera posta, la formazione del presidente Maniscalco, con il cuore e con la determinazione, arriva al novantesimo sul teorico pari. Poi si arriva ai cinque fatali minuti di recupero decretati dal signor Lupoli di Latina, che suo malgrado diventa protagonista in negativo. A un giro di orologio dalla fine delle ostilità e con palla in fallo laterale nelle vicinanze dell’area di rigore avversaria, mister Sebastiani, coadiuvato da tutti i componenti della panchina, chiama la sostituzione dell’infortunato Marinucci. L’arbitro, però, non concede questo sacrosanto diritto e fa ripartire l’azione che sarà poi quella che permetterà alla Fortitudo Roma di spostare l’ago della bilancia dalla propria parte grazie a un gol di Scarpa. La Città di Pomezia, subito dopo il triplice fischio, si scaglia contro l’arbitro per chiedere il motivo di tale atteggiamento, ma logicamente le proteste di mister Sebastiani e dei suo ragazzi non trovano alcuna risposta dal fischietto pontino. La compagine rossoblu, di conseguenza, non può fare altro che incassare una sconfitta che ha il classico sapore della beffa.

Luciano Risa

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