L’Indomita Pomezia delizia ancora una volta i propri sostenitori con una prova collettiva ai limiti della perfezione per quantità e qualità. La squadra rossoverde rifila un punteggio tennistico al malcapitato Real Boccea (6-3), compagine che soltanto nel finale è riuscita a limitare leggermente il passivo, balza dal settimo al quinto posto in classifica e dimostra chiaramente sul campo di avere le giuste credenziali tecnico-tattiche per recuperare, in tempi piuttosto brevi, il terreno perduto nel primo tratto di campionato. Mister Aiello, costretto a fare a meno dello squalificato Martini, opta ancora una volta per il 4-3-3, conferma tra i pali Grossi e si affida a un pacchetto arretrato composto da capitan Messina e Lombardi centrali e dagli esterni bassi Colelli e Mugnaioli, schierati rispettivamente sulla fascia destra e sinistra del campo. Il trainer pometino, invece, si affida nella zona mediana al terzetto composto dal play-maker Di Vincenzo e dagli intermedi Pelagalli e Capriati. La principale novità dello starting-eleven riguarda l’esordio dal primo minuto di Yuri Navisse, ingaggiato nei giorni scorsi in occasione dell’apertura del mercato di riparazione dicembrino. L’ex esterno del Torvaianica si sistema sull’out di destra e va a completare il tridente d’attacco al fianco di Zanotti e Zullo. Consapevoli di non potersi permettere il lusso di lasciare altri punti preziosi per strada, i ragazzi del presidente Padula prendono subito in mano il pallino del gioco e, a metà frazione, legittimano un marcato dominio territoriale sugli sviluppi di un tiro dalla bandierina battuto da Di Vincenzo. A sbloccare il punteggio, a riprova delle sue doti sulle palle inattive, è l’ex gieffino Colelli, il quale svetta in area più alto di tutti e, con un perentorio colpo di testa, non lascia via di scampo all’estremo difensore rivale. Galvanizzata nel morale, l’Indomita Pomezia continua a fare la partita e, poco prima della mezzora, fa centro per la seconda grazie a Navisse, autore di una giocata degna di palcoscenici più importanti. L’ultimo arrivato alla corte di Aiello, con una splendida conclusione a giro dal vertice dell’area, manda la sfera ad insaccarsi imparabilmente nell’angolo alto più lontano e si toglie la soddisfazione di cominciare sotto i migliori auspici l’avventura con la nuova società. La formazione rossoverde, in chiusura di primo tempo, allunga ulteriormente nel punteggio per merito di Zanotti, abile a trasformare con freddezza un calcio di rigore decretato dall’arbitro per un fallo commesso ai danni di Zullo. Nella ripresa, tutto sommato, il leit-motiv della gara non cambia. L’indomita Pomezia continua a sciorinare una manovra corale lineare e costringe i capitolini a replicare più che altro di rimessa. A blindare la quarta vittoria stagionale, a conferma di una ritrovata condizione atletica, è l’esperto Zanotti il quale realizza una doppietta da autentico rapinatore d’area e si conferma il giocatore più prolifico a disposizione di mister Aiello. L’attaccante pometino si fa trovare al posto giusto al momento giusto sugli sviluppi di un corner di Di Vincenzo e su un cross del talentuoso Zullo, firma la tripletta personale e, come accade nelle massime serie calcistiche professionistiche, si porta con pieno merito a casa il pallone della gara. A completare il bottino di gol, a coronamento di una prestazione individuale sopra le righe, ci pensa Colelli, il quale gira di testa in rete una punizione calciata dal solito Di Vincenzo. Appagata dall’ampio margine di vantaggio, la squadra pometina tira i classici remi in barca. Il Real Boccea, pungolato nell’orgoglio, realizza nel finale tre reti con Fiera, Manelli e Vinciarelli e si toglie la parziale soddisfazione di uscire dal campo con un passivo meno pesante. Tale reazione, in ogni modo, non intacca minimamente la strepitosa prova dei ragazzi del presidente Padula, i quali hanno strappato applausi a scena aperta e hanno ribadito, a seguito della roboante vittoria conseguita sui capitolini, la loro conclamata voglia di tornare immediatamente in una categoria più consona al proprio blasone.
Antonio Gravante
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