Un’altra incredibile rimonta subita. Dopo il clamoroso mezzo passo falso casalingo del turno precedente con il Borgo Massimina (2-2), l’Indomita Pomezia fallisce anche lo scontro diretto con un rimaneggiato Real Marconi Anzio, racimola soltanto un punticino (2-2) e, per forza di cose, vede assottigliarsi ulteriormente le probabilità di riconferma nella categoria. Anche questa volta, per uno strano scherzo del destino, sono gli ultimi minuti a rivelarsi fatali per l’undici rossoverde, sul quale pesa, come un macigno, il fatto di non essere riuscito a chiudere un incontro disputato, per oltre un’ora, in superiorità numerica. L’Indomita Pomezia inizia la gara a spron battuto e, dopo appena nove minuti, passa in vantaggio per merito di Camera, che finalizza, con una precisa conclusione dall’interno dell’area, una pregevole azione corale. Passano dieci giri di orologio e la gara diventa ancora più in discesa per Messina e soci. Il difensore Bianchi, molto ingenuamente, si fa espellere per un netto fallo commesso ai danni di Ciasca, abile a sua volta a sottrargli la sfera al limite dell’area. Il direttore di gara, non essendoci altri uomini tra l’attaccante pometino e la porta, non ha dubbi ed espelle il giocatore neroniano per fallo da ultimo uomo. Nei minuti successivi, la squadra guidata dal binomio Marinelli-Ciasca prova a chiudere l’incontro, sfruttando la superiorità numerica, ma la sua manovra risulta piuttosto prevedibile e, di conseguenza, non crea particolari problemi al pacchetto arretrato tirrenico. Nella ripresa, tutto sommato, il copione della gara, almeno nei primi minuti, subisce un netto cambiamento. L’Indomita Pomezia, forse sicura del risultato, si concede qualche errore di troppo in fase di disimpegno, consentendo agli avversari di presentarsi con maggiore continuità dalle parti di Cioè. Il punteggio, di conseguenza, cambia nuovamente otto giri di orologio dal rientro in campo. L’esperto Reccolani, forse intenzionato a servire un proprio compagno al centro dell’area, ristabilisce la parità con un beffardo tiro-cross che coglie di sorpresa Cioè e si insacca nei pressi del secondo palo. L’Indomita Pomezia, pungolata nell’orgoglio, non ci sta, si getta a testa bassa in avanti alla ricerca del gol-salvezza e, due minuti dopo, passa di nuovo a condurre per merito di Pelagalli. Sugli sviluppi di un’azione nata sulla fascia sinistra, il centrocampista pometino, ben appostato al limite dell’area, prende la mira e di prima intenzione calcia verso la porta difesa da Lei. Il tiro, tuttavia, è centrale ma, complice la pioggia battente, assume una traiettoria insidiosa: la sfera passa sotto le gambe del portiere e si insacca in fondo alla rete. Da sottolineare, dopo tale episodio, il bel gesto di fair-play degli sportivi presenti in tribuna al “Selva dei Pini”, encomiabili ad incoraggiare con uno scrosciante applauso il numero uno neroniano, piuttosto demoralizzato per il grossolano errore commesso. A quel punto, come era logico attendersi, la partita assume connotati ben chiari. L’Indomita Pomezia tenta di amministrare la rete di vantaggio, mentre i tirrenici, non avendo in pratica nulla da perdere, provano a riversarsi in avanti alla disperata ricerca del pareggio. Come è capitato con il Borgo Massimina, compagine che dovrà recuperare la sfida con la Nuova Florida (accolto in settimana il ricorso degli ardeatini da parte della Commissione Disciplinare n.d.d.), la squadra allenata da Marinelli e Ciasca subisce in piena zona Cesarini la classica beffa. Dopo aver sprecato diverse occasioni da gol, l’Indomita Pomezia viene raggiunta da Garzia, bravo a trafiggere Cioè dal limite dell’area. Ancora una volta, dunque, i pometini perdono un altro treno diretto verso la salvezza. I due punti gettati alle ortiche con i neroniani, sommati agli altri due lasciati per strada nel turno precedente con il Borgo Massimina, rischiano di condannare a una mesta retrocessione la compagine rossoverde. Barbonetti e soci, per forza di cose, non hanno più alternative. Per evitare il peggio, nei restanti centottanta minuti ancora da giocare, sono obbligati a fare bottino pieno con il Centro Giano e l’Allumiere e, nel contempo, devono sperare in una brusca frenata delle altre pericolanti.
Luca Mugnaioli