E sono quattro vittorie di fila. La capolista Nettuno prosegue a vele spiegate il proprio cammino, sfrutta al meglio il turno casalingo contro un generoso Rodolfo Morandi (1-0) e si conferma in vetta alla classifica a pari merito con la Città di Fiumicino, vittoriosa a sua volta di larga misura, lontano dalle mura amiche, contro la Vis Aurelia. La formazione verdeblu, a dire il vero, si è espressa leggermente al di sotto delle precedenti uscite ufficiali, merito della compagine lidense che ha lottato con grinta e determinazione su ogni pallone, ma non ha mai perso di vista il suo obiettivo, ha sempre creduto nel risultato pieno e, nelle battute conclusive, è riuscita a spostare l’ago della bilancia dalla sua parte. L’asso nella manica dei nettunesi si è rivelato Maggiore, bravo a realizzare la rete della vittoria, a sette minuti dal triplice fischio, sugli sviluppi di un calcio di punizione. Mister Catanzani, costretto a rinunciare a tre pedine importanti come Ranoni, Porcari e il lungodegente Borostean, opta ugualmente per il 4-3-3 con Flamini, Frasca e Dell’Aguzzo a comporre il tridente d’attacco. Dopo un inizio di studio, i capitolini sfiorano la marcatura con Mussoni, il quale si esibisce in una spettacolare mezza rovesciata, a seguito di un preciso cross di Galluzzi, ma spedisce la sfera di poco sul fondo. Poco più tardi, i verdeblu replicano con una bella azione in velocità: Paolo Leone, dalla zona di sua competenza, serve in piena area Barbati, che addomestica la sfera e prova la conclusione. La sua mira, però, è imprecisa. L’estremo difensore lidense, di conseguenza, tira un lungo sospiro di sollievo. Nella fase centrale del tempo, statistiche alla mano, si registra un’occasione degna di nota per parte. Luccioni non centra di poco lo specchio della porta, mentre Frasca, direttamente su calcio piazzato, esalta le doti di Merciaro, bravo nella circostanza a rifugiarsi in angolo. Successivamente il Rodolfo Morandi si fa più intraprendente e crea più di un grattacapo a Barbati e soci. I capitolini sfiorano più volte la marcatura. Prima il bomber Cannone, a seguito di un preciso cross dalla destra, costringe Giudice a un intervento dall’elevato coefficiente di difficoltà, poi l’ottimo Luccioni non sfrutta al meglio una rapida ripartenza e, infine, Pompei, sugli sviluppi di una bella azione manovrata, si presenta e tu per con il portiere nettunese, ma alza troppo la mira e getta alle ortiche l’opportunità per sbloccare il risultato. Nella ripresa, la squadra di Catanzani prova a spingersi con maggiore regolarità in avanti, ma i lidensi fanno buona guardia e non corrono particolari pericoli. La compagine verdeblu, alla mezzora, si costruisce i presupposti per sbloccare il risultato: Mussoni, nel tentativo di ostacolare Maggiore, colpisce la sfera con la mano in piena area. Il fischietto capitolino, di conseguenza, non può fare altro che assegnare il penalty. Ad incaricarsi della trasformazione è Frasca. Il numero dieci nettunese, a dispetto della sua fama di tiratore scelto, si fa ipnotizzare dall’ottimo Merciaro. Scampato il pericolo, il Rodolfo Morandi, subito dopo, mette i brividi agli avversari di rimessa, ma a causa di un madornale errore nell’ultimo passaggio non sfrutta l’occasione propizia. Due minuti più tardi, invece, il Nettuno riesce a piazzare la stoccata vincente. Paolo Loria tocca corto una punizione per Frasca, che a sua volta crossa al centro dell’area per Maggiore. La punta verdeblu, con un’ottima scelta di tempo, lascia sul posto il diretto marcatore, trafigge l’incolpevole Merciaro e indirizza il match nei binari più congeniali. Non avendo in pratica alternative, la squadra capitolina avanza il baricentro e va vicina al pareggio con Di Carlo, di gran lunga tra i migliori in campo, il quale lambisce l’incrocio dei pali con una bella conclusione dal limite dell’area. La formazione verdeblu, di conseguenza, tira un lungo sospiro di sollievo per via dello scampato pericolo, passa alla cassa a riscuotere, ancora una volta, il massimo della posta in palio e, per la seconda giornata consecutiva, si permette il lusso di guardare tutte le avversarie dall’alto in basso.
Antonio Gravante
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