La Spagna fa festa alla lotteria dei calci di rigore. La formazione iberica, pur sudando le proverbiali sette camicie, si aggiudica dal dischetto l’attesa semifinale con la Polonia (5-2), supera il secondo turno della fase ad eliminazione diretta e contenderà alla “sorpresa” Irlanda la vittoria della quarta edizione del RiTorneo Matusa, manifestazione di Calcio a 8 organizzata minuziosamente da Forlani, Conficoni, Monti e Pozzi.
Il primo tempo si conclude a reti inviolate soprattutto per la bravura di D’Alessandro e Brugioni, i quali abbassano la saracinesca della propria porta ai rispettivi avanti rivali e si guadagnano più volte gli applausi degli sportivi presenti in tribuna per degli interventi dall’elevato coefficiente di difficoltà. La gara si sblocca al decimo minuto della ripresa. La Polonia spezza l’equilibrio per merito di Masi, cinico a ribadire di testa in fondo al sacco una conclusione dal limite dell’area di Mugnaini respinta dalla traversa.
Trascorrono pochi giri di orologio e la compagine biancorossa ha la possibilità di consolidare il vantaggio su calcio di rigore. Lo specialista Mugnaini, però, si vede voltare le spalle dalla dea bendata. La sua conclusione bacia la faccia interna del palo e termina sul fondo. Scampato il pericolo, la Spagna si rimbocca le maniche e, poco più tardi, rimette le cose a posto con il solito Iadecola, il quale si conferma un autentico rapinatore d’area, fa centro da pochi passi e carica sotto il profilo emotivo i propri compagni. Le due contendenti, nei restanti minuti di gioco, provano generosamente a spostare l’ago della bilancia dalla propria parte, ma non riescono a pungere in fase offensiva.
La seconda semifinale, di conseguenza, si decide come da regolamento ai calci di rigore. La Spagna fa della saldezza dei nervi la sua qualità migliore, si conferma impeccabile dal dischetto e riesce a fare la differenza grazie alla freddezza di Castellucci, De Angelis, Iacuitto e Dezi e alla fattiva collaborazione dell’ottimo Brugioni, bravo a sua volta a neutralizzare i tiri di Mugnaini e Colaceci.
Antonio Gravante
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