La Virtus Campo di Carne adotta la classica politica dei piccoli passi in queste prime giornate del Campionato di Seconda Categoria. Dopo aver spartito all’esordio la posta in palio nella tana della matricola Sporting Pomezia, la squadra allenata da Gianluca Zito pareggia in extremis la sfida casalinga con il San Pietro e Paolo (1-1) e si attesta a quota due punti in classifica generale. La compagine apriliana ha un buon approccio alla gara e, al quarto d’ora, sfiora la marcatura con Bougataya, il quale calcia a botta sicura dall’interno dell’area, ma si vede respingere la conclusione nei pressi della linea di porta da un avversario. Il risultato si sblocca pochi minuti più tardi. L’undici allenato da Libernini beneficia di un calcio di rigore, decretato dall’arbitro per un fallo di mano commesso da Vittori. Ad incaricarsi della trasformazione è Furno, il quale infila Capriello e indirizza la contesa nei binari più congeniali per la propria squadra. Sotto di una rete, la Virtus Campo di Carne cambia immediatamente marcia, si spinge con maggiore regolarità in avanti, ma per tutto il primo tempo non riesce a chiamare mai seriamente in causa Compagnoni. La compagine apriliana riparte di slancio nella ripresa, ma il San Pietro e Paolo regge al meglio il confronto nella zona nevralgica del campo. Mister Zito, nel momento topico del match, decide di adottare un modulo più offensivo, passa al 4-3-3 ed effettua alcuni cambi mirati. Tali mosse, tutto sommato, si rivelano azzeccate. La Virtus Campo di Carne mette costantemente sotto pressione gli avversari di turno e, quando ormai sembrava condannata alla prima battuta d’arresto in campionato, riesce a salvarsi per il classico rotto della cuffia nel quarto minuto di recupero. A fissare il punteggio sul definitivo pareggio è l’esperto Barzanti, il quale si coordina alla perfezione, sugli sviluppi di un cross dalla destra di Miola, trafigge l’incolpevole Compagnoni con una splendida conclusione al volo e consente alla propria squadra di uscire dal campo con un prezioso punto in tasca.
Antonio Gravante
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