
Quando sembrava che tenesse saldamente in pugno le redini della gara e stava pregustando il dolce sapore della storica vittoria al debutto assoluto nel Campionato di Serie B, la matricola Ardea subisce una clamorosa rimonta da una coriacea Roma (3-3), si trova costretta a uscire dal campo con un punto in tasca e, tra mille rammarichi, non raccoglie in proporzione per quanto seminato durante l’arco dei quaranta minuti di gioco. Il quintetto del presidente Fofi, tutto sommato, non può fare altro che mordersi le mani per aver dilapidato negli ultimi giri di orologio una dote di tre reti di vantaggio. I giallorossi, presi letteralmente per mano da uno scatenato Merlonghi, giocatore che può essere definito un lusso per la categoria, hanno il merito di non darsi mai per vinti, lottano con grinta e determinazione su ogni pallone e, a ventotto secondi dal definitivo suono della sirena, completano la rimonta e fanno cadere nello sconforto il discreto pubblico di fede rossoblù presente in tribuna al Pala Lavinium. Ma andiamo con ordine. La squadra di Masci, sin dalle battute iniziali della gara, si fa apprezzare per un’ottima organizzazione. I numerosi under tengono molto bene il campo e supportano al meglio i giocatori di maggiore esperienza. I padroni di casa, a riprova di un maggior predominio territoriale, aprono le danze con il neoacquisto Musilli, il quale infila il portiere capitolino da posizione defilata con la complicità di una leggera deviazione del diretto marcatore. L’Ardea continua a spingersi in avanti e consolida il vantaggio con Esposito, il quale calcia di sinistro dagli otto metri e infila un incerto Cammisa. I rossoblù, nei minuti seguenti, provano a incrementare il vantaggio, ma colpiscono per ben due volte i legni della porta rivale. Prima Di Domenico coglie una clamorosa traversa dall’area di propria competenza, poi Tancredi, servito sulla corsia sinistra da Fornari, scheggia il palo. La Roma, in ogni modo, non sta soltanto a guardare e sfiora la marcatura con Merlonghi, il quale si rende protagonista di svariati spunti personali, ma non riesce a piazzare la stoccata vincente sia per la bravura del portiere di casa che per alcune conclusioni dalla media distanza imprecise di pochissimi centimetri. La formazione di Masci, nella prima parte della ripresa, continua ad essere propositiva e cala il tris con Fornari. L’ex pivot della Fortitudo Pomezia tocca di testa la sfera di quel tanto che basta, a seguito di un lungo rinvio con le mani di Di Domenico, per ingannare il numero ventuno giallorosso e togliersi la soddisfazione di siglare la prima marcatura in campionato con la sua nuova squadra. Sotto di tre reti, la Roma si affida al portiere di movimento e, dopo pochi minuti, accorcia le distanze con Merlonghi, il quale trafigge Di Domenico con una splendida conclusione da circa dieci metri. La sfera bacia la faccia interna del palo e termina in fondo al sacco. L’Ardea, a poco più di tre minuti dalla fine del match, rimane in inferiorità numerica per l’espulsione di Mrak, il quale rimedia il secondo cartellino giallo e finisce anzitempo sotto la doccia. La squadra di mister Di Rocco, a quel punto, forza ulteriormente il ritmo e accorcia le distanze con il solito Merlonghi, il quale calcia nuovamente dalla lunga distanza e, complice una fortuita deviazione di Musilli, trafigge per la seconda volta Di Domenico. Le emozioni si susseguono in rapida successione. I padroni di casa allungano di nuovo nel punteggio con Fornari, il quale trasforma, con un’esecuzione perfetta, un tiro libero. Ma la Roma dimostra un grande carattere, si spinge a testa bassa in avanti e, al termine di un prolungato giro palla, sigla la terza rete con Di Pascazio, proposto nella circostanza come power-play, bravo a infilare Di Domenico con un chirurgico rasoterra a incrociare. La tensione, a quel punto, si taglia come la lama nel burro. La Roma, come avviene di solito anche nel basket, affida l’ultima conclusione al giocatore di maggiore caratura. Un elemento dalla notevole caratura tecnica come Merlonghi non si tira di certo indietro, calcia da circa dieci metri, trafigge nuovamente Di Domenico e riporta la contesa sui binari di perfetto equilibrio a ventotto secondi dal definitivo suono della sirena. Successivamente non accade nulla di eclatante. L’Ardea si dispera per non aver condotto in porto la vittoria, mentre la Roma sprizza gioia da tutti i pori per aver raddrizzato in extremis le sorti della gara.
Antonio Gravante
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