Il sogno non diventa realtà. La finale della Coppa Italia regionale, per la seconda stagione consecutiva, si rivela “stregata” nei confronti dell’Ardea. Il quintetto del presidente Fofi si inchina a una quadrata La Pisana (3-1), brava a far valere la maggiore esperienza soprattutto nei momenti topici del match. La sfida sul parquet del Palasport di Guidonia Montecelio comincia a gran ritmo: le due contendenti, sin dai primi minuti, si fanno apprezzare per un’ottima organizzazione di gioco e per alcune individualità degne di calcare palcoscenici a carattere nazionale. La compagine allenata da Beccaccioli, al quinto giro di orologio, trova la giocata giusta per spezzare l’equilibrio: Timo si fa valere sulla corsia sinistra e serve al centro dell’area Maiali. L’esperto pivot anticipa il diretto marcatore, fa centro da pochi passi e si toglie la soddisfazione di siglare la settima rete personale nella kermesse tricolore. I capitolini, a metà tempo, consolidano il vantaggio grazie a una perentoria azione individuale di Legnante. L’ex Editaly Lidense parte palla al piede della propria metà campo e, appena arrivato in zona di tiro, scaglia una bordata a mezza altezza che non lascia alcuna via di scampo a Di Domenico. L’Ardea prova a reagire e va vicinissima alla marcatura: Mrak supera in velocità Albani, si presenta minaccioso in area e prova a servire il meglio piazzato Moreira. L’esperto pivot, però, arriva un attimo in ritardo all’appuntamento per assottigliare le distanze. A riprova di un perfetto sincronismo tra tutti gli effettivi, La Pisana nei minuti seguenti sfiora il tris con Lazzari e Pignocchi, i quali costringono l’estremo difensore rutulo a compiere due interventi piuttosto difficili. La squadra di Masci chiude il primo tempo generosamente in avanti e mette due volte i brividi ai capitolini. Prima Moreira costringe Pompa a una provvidenziale deviazione in corner, poi Silveri, dopo aver saltato in velocità due giocatori, esalta i riflessi dell’estremo difensore rivale. L’Ardea parte forte nella ripresa, ma si vede voltare le spalle dalla dea bendata: Mrak colpisce in pieno l’incrocio dei pali con una staffilata di destro da fuori area. La formazione rutula, al settimo giro di lancette, si complica i propri piani di rimonta: Mrak rimedia per proteste il secondo cartellino giallo. La Pisana, nei due minuti successivi, prende in mano il pallino del gioco, ma non riesce ad approfittare della momentanea superiorità numerica: Silveri e soci si difendono con ordine e permettono a Di Domenico di non essere mai chiamato seriamente in causa. La formazione di Beccaccioli, in ogni modo, non molla la presa, trova per la terza volta la via del gol e mette una seria ipoteca sulla conquista del prestigioso trofeo. L’azione comincia dalla rimessa dal fondo di Pompa, bravo a servire sulla trequarti campo Maiali. Il pivot controlla in maniera impeccabile il pallone, lascia sul posto un avversario e calcia in porta. Di Domenico, però, risponde presente e respinge la conclusione. La sfera, per sua sfortuna, arriva dalle parti dell’accorrente Troiano, il quale fa del cinismo la sua qualità migliore e firma da distanza ravvicinata la terza rete di squadra. Mister Masci, a quel punto, schiera Arbotto nel ruolo di power-play. La compagine ardeatina si spinge generosamente in avanti e, a un minuto e mezzo dalla fine del match, si toglie la parziale soddisfazione di siglare quantomeno la rete della bandiera con Pucino, abile a capitalizzare al meglio un assist di Moreira e a infilare Pompa con una precisa esecuzione a incrociare dall’interno dell’area. Tale marcatura, tutto sommato, serve soltanto per le statistiche. La Pisana conduce in porto la preziosa vittoria, si aggiudica l’edizione 2024-25 della Coppa Italia di Serie C1 e riporta, a distanza di otto anni, l’ambito trofeo nella capitale. L’Ardea, di conseguenza, si trova costretta per la seconda stagione consecutiva ad accontentarsi della piazza d’onore. Tale risultato, tutto sommato, è la riprova più lampante che la compagine del presidente Fofi è ormai una splendida realtà della nostra regione.
Antonio Gravante
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