L’ambizioso Racing Club esce allo scoperto e annuncia con largo anticipo la prima novità della prossima stagione. La società del presidente Antonio Pezone, infatti, ha raggiunto l’accordo con i massimi dirigenti della Virtus Lanciano per gestire la Berretti Nazionale e fare un ulteriore salto di qualità. “Abbiamo già definito ogni minimo particolare, parteciperemo al prossimo campionato con la denominazione Virtus Lanciano – sottolinea il numero uno ardeatino – . La squadra sarà composta in prevalenza dai ragazzi del territorio e delle zone limitrofe. Per una società come la nostra, che quest’anno sta calcando per la prima volta nella sua storia i palcoscenici regionali con gli Allievi e i Giovanissimi, questo accordo rappresenta un motivo di grande orgoglio. Avremo la possibilità di misurarci con le migliori realtà della penisola e di mettere in vetrina molti ragazzi cresciuti calcisticamente nel nostro vivaio. Siamo consapevoli che dovremo fare i conti con le migliori realtà nazionali, ma è una sfida che ci affascina. Moltiplicheremo gli sforzi sotto il profilo organizzativo sia per fare bella figura che per proseguire il nostro processo di crescita”. Il club gialloneroverde, tutto sommato, ha preferito andare sul sicuro e non ha avuto alcun dubbio sulla scelta dell’allenatore. A guidare la neonata Berretti Nazionale della Virtus Lanciano sarà nientemeno che Sandro Tovalieri, il quale ha il giusto bagaglio di esperienza per ricavare il massimo da ogni singolo giocatore, esaltare le qualità del collettivo e per rispettare in pieno i programmi societari. “Il ‘cobra’ è sinonimo di garanzia – aggiunge il presidente Antonio Pezone – . E’ uno dei migliori tecnici che ci sono in circolazione in Italia, quest’anno ci sta facendo cullare il sogno di conquistare la categoria Elite con i Giovanissimi Regionali. Siamo ancora in piena corsa per la vittoria del campionato. Riponiamo la massima fiducia in Tovalieri. Siamo convinti che sarà il nostro valore aggiunto anche nella prossima stagione e ci regalerà molte soddisfazioni…”.
Antonio Gravante
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