Animata dalle ferma volontà di riprendere la retta via dopo il passaggio a vuoto accusato nel turno precedente nella tana del Latina MMXVII, la Buenaonda si aggiudica, tra le mura amiche del Pala Meucci, uno dei big-match della quarta giornata di campionato, mette al tappeto l’ambizioso Heracles (5-3) e si conferma terza forza del girone a pari merito con il Lele Nettuno.
Il quintetto allenato da Stredini scende in campo con la giusta carica psicologica e, nel giro di sei minuti, piazza un micidiale uno-due grazie a una doppietta dello scatenato Cavola. La formazione del basso Lazio cambia marcia, si riversa con maggiore continuità nella metà campo apriliana e legittima un maggior predominio territoriale con Faria. La Buenaonda non si scompone più di tanto per la rete subita, chiude il primo tempo in avanti e, a due minuti dall’intervallo, riporta i temuti rivali di turno a distanza di sicurezza con lo scatenato Cavola, il quale firma la tripletta personale e si garantisce, con largo anticipo, il diritto di portarsi a casa il pallone della gara.
La squadra apriliana parte forte anche nella ripresa e cala il poker con Infanti. Galvanizzati nel morale, i padroni di casa gestiscono senza problemi la situazione favorevole, ma al quarto d’ora incassano la seconda rete su calcio di rigore. Lo specialista Colacicco trafigge Busti con un’esecuzione perfetta. Ma si tratta del classico episodio. Barbierato e compagni, nei minuti seguenti, continuano a interpretare la gara con il giusto acume tattico e sbrogliano sul nascere ogni situazione delicata.
Le altre due marcature, taccuino alla mano, si registrano nell’ultimo minuto di gioco. La Buenaonda mette al sicuro la preziosa vittoria con Pacchiarotti, mentre l’Heracles accorcia le distanze con capitan Valerio, il quale trasforma di potenza un tiro libero e consente alla sua squadra di tornare a casa con un passivo meno pesante. La compagine allenata da Stredini, dunque, mette in carniere altri tre punti preziosi, prosegue il cammino perfetto casalingo e si conferma con pieno merito sul gradino più basso di un ipotetico podio.
Antonio Gravante
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