In una giornata caratterizzata da tanta pioggia, uno squarcio di sole illumina la Città di Pomezia, che regola di larga misura l’Airone Ardea (3-0), riscatta la sconfitta subita nel confronto diretto del girone di andata e rialza le proprie quotazioni salvezza. Mister Sebastiani, relegato in tribuna per scontare la seconda e ultima giornata di squalifica, affida il proprio organico a Vignaroli, ridisegna per l’ennesima volta stagionale la formazione da mandare in campo e dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, le qualità che lo contraddistinguono nel collocare al posto giusto i ragazzi a sua disposizione. Il trainer pometino, per l’occasione, abbandona il classico 4-4-2 e schiera un più coperto 4-5-1, collocando davanti a Crisafulli, responsabilizzato con i gradi di capitano, Alessandro Caprioli a destra e Puxeddu a sinistra. La coppia centrale di difesa è formata da Caldararu e dal rientrante Asetta. Sulla linea di centrocampo, invece, figurano Simone Caprioli a destra e il terzetto composto da Mazza, Metani e Fusco ad arginare la costruzione del gioco avversario. Completa il quintetto mediano Gianfrancesco, posizionato sull’out di sinistra, mentre Faticanti è l’unica punta di ruolo. Mister Romagnuolo, di contro, risponde con un equilibrato 4-3-1-2 con Bergami tra i pali e il collaudato quartetto di difesa formato da Draisci, Di Lanno, Innocenzi e Muse. A centrocampo i soliti Fabbroni, Zanobi e Marrocco hanno il compito di curare al meglio tutte e due le fasi, mentre De Bardi ha il dovere di supportare al meglio il tandem d’attacco Castiello-Pavlyk. La partita entra subito nel vivo grazie al temutissimo Pavlyk, marcato per l’intero arco della gara alla perfezione da un attento Asetta, che intercetta un errato rinvio della difesa, ma apre troppo il diagonale e spedisce il pallone sul fondo. La Città di Pomezia, nonostante il divario in classifica, tiene bene il campo e arriva a spaventare l’esperto Bergami con un bel fraseggio Faticanti-Gianfrancesco. Il cursore pometino si vede deviare oltre la traversa la conclusione dal numero uno rutulo, bravo nella circostanza a conservare inviolata la propria porta con un provvidenziale intervento con il piede. La fase centrale della prima frazione di gioco risulta sostanzialmente equilibrata, poi tra il minuto ventisette e quarantadue l’Airone Ardea arriva al tiro soltanto con i centrocampisti. Dapprima Zanobi prova la conclusione dalla distanza con la palla che fa la barba alla traversa. Poi lo stesso Zanobi si ripete con un tiro da fuori area su servizio di Marrocco, ma Crisafulli non si lascia sorprendere e si rifugia in angolo. Per ultimo ci prova il generoso Fabbroni, che non fa meglio del compagno di reparto. Quando sembrava che il primo tempo stesse per chiudersi sul nulla di fatto, la Città di Pomezia passa a condurre per merito di Metani, il quale intercetta la sfera a trequarti campo, a seguito di un rinvio errato di Draisci, e di prima intenzione batte per la prima volta l’incolpevole Bergami. La seconda frazione, tutto sommato, si apre come era iniziato l’incontro: gli ardeatini vanno immediatamente alla ricerca della segnatura. L’esperto Muse, sganciatosi dai compiti di marcatura, prova a sorprendere Crisafulli da posizione defilata, ma non trova la porta. Al quarto d’ora, invece, il bomber Faticanti, claudicante, deve abbandonare il rettangolo di gioco e al suo posto entra De Gasperis. Mister Romagnuolo, dal canto suo, opta per una sostituzione di tipo tattico, fa uscire l’ex di turno Castiello e getta nella mischia Arbotto con il chiaro intento di dare maggior peso all’attacco. L’Airone Ardea, però, non ha neanche il tempo di assestarsi che la Città di Pomezia trova il doppio vantaggio. E’ ancora una volta un caparbio Metani a trafiggere Bergami con un tiro forte e preciso che va ad insaccarsi sotto l’incrocio del primo palo. Nonostante il tentativo dell’esperto portiere di deviare il tiro, la sfera gonfia per la seconda volta la rete rutula. A questo punto, mister Romagnuolo decide di cambiare qualcosa e toglie Marrocco, meno incisivo del solito, sostituendolo con un difensore, Thomas Ripa, mentre Vignaroli manda in campo Lemmo al posto di un esausto Gianfrancesco. Ancora una volta, però, è la squadra pometina a trarre maggior vantaggio dai cambi e porta a tre le proprie segnature. Passata da poco la mezzora, l’incontenibile Metani si fa trovare al posto giusto nel cuore dell’area avversaria. Servito da un compagno, il numero dieci rossoblu si fa largo tra i difensori rivali, carica il destro e con un diagonale dal basso verso l’alto, da posizione piuttosto defilata, non dà scampo a Bergami, che deve inchinarsi per la terza volta al centrocampista avversario. La compagine ardeatina , a questo punto, ha una reazione di orgoglio, si spinge in avanti alla ricerca del gol della bandiera e poco ci manca che lo trova. Sugli sviluppi di un preciso cross di Zanobi, il difensore centrale Innocenzi non trova la giusta coordinazione e spreca una ghiotta occasione. A cinque minuti dalla fine, standing-ovation per l’autore della tripletta che lascia il posto ad Appolloni. L’attaccante di Sebastiani non fa in tempo a prendere posto in campo che si trova sul destro la più facile delle occasioni dopo che De Gasperis e Simone Caprioli avevano lavorato un bel pallone. La punta pometina, però, trova sulla propria strada un reattivo Bergami, che gli chiude la porta in faccia con uno strepitoso intervento con il piede. Poco prima della conclusione delle ostilità ci prova De Bardi , autentico metronomo dell’Airone Ardea, a ridurre il divario, ma è bravo nella circostanza Crisafulli, che intercetta il pericoloso diagonale e para in due tempi. Nell’ultimo giro di lancette sale oltre il consentito il tono agonistico, in modo particolare tra Alessandro Caprioli e Pavlyk. Mister Romagnuolo, dall’alto della sua esperienza , capisce che al proprio attaccante stanno per saltare i nervi e lo sostituisce con Albarelli. Ancora scintille a ridosso del fischio finale tra Muse e Fusco e ancora una volta è la bravura dell’arbitro di Ostia a gestire al meglio la situazione che rischia di degenerare. Il fischietto lidense decide di non concedere ulteriori minuti di gioco, visto il risultato ormai largamente in mano ai pometini, e manda tutti sotto la doccia, rinunciando anche a sventolare sotto il naso dei due contendenti il cartellino rosso che sembrava deciso ad utilizzare. Purtroppo c’è anche da segnalare un increscioso episodio che si è verificato al rientro negli spogliatoi. Città di Pomezia e Airone Ardea danno vita a un’inqualificabile rissa, che lascia attonito il folto pubblico e macchia di fatto una partita molto bella sotto il profilo tecnico-tattico.
Luciano Risa
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