La prima edizione del Trofeo “Giuseppe Padula” è andata in archivio sotto il segno dell’Unipomezia Virtus 1938. La formazione del presidente Cerusico, grazie a un guizzo vincente del bomber Luca Italiano, ha piegato a dieci minuti dal triplice fischio, la resistenza di una generosa Indomita Pomezia (1-0), ha iscritto per prima il proprio nome nella manifestazione organizzata in memoria di una delle figure storiche del calcio pometino e, in virtù di tale risultato, ha chiuso in bellezza le fatiche stagionali. A seguito dell’indisponibilità del Tor San Lorenzo, compagine che nel corso della settimana aveva conquistato il lasciapassare per l’ultimo atto, gli organizzatori hanno deciso di disputare la finalissima con la classica gara da due tempi da quarantacinque minuti ciascuno. Fermamente intenzionate a fare bella figura, Indomita Pomezia e Unipomezia Virtus 1938 hanno dato vita a una gara molto valida sotto il profilo del gioco, hanno imbastito numerose azioni di pregevole fattura, ma hanno faticato a pungere negli ultimi sedici metri per l’ermeticità dei due schieramenti difensivi, bravi a vincere nettamente il confronto a distanza con i rispettivi reparti d’attacco avversari. Quando lo spettro dei calci di rigore si faceva sempre più minaccioso, la compagine rossoblu è riuscita ad infliggere alla squadra allenata da Andrea Salsiccia il colpo del ko grazie alla stoccata vincente di Luca Italiano, il quale ha ribadito anche in questa manifestazione calcistica le proprie qualità di bomber di razza. Il prolifico attaccante, infatti, si è tolto la soddisfazione di realizzare ben sei reti in soltanto due gare. Significative al termine della finalissima sono state, in particolar modo, le parole di Andrea Bussi, Direttore Sportivo dell’Unipomezia Virtus 1938. “Abbiamo partecipato con molto piacere a questo torneo. Giuseppe Padula può essere definito come una delle icone del calcio pometino. Ha fatto moltissimo per lo sport della nostra città. Ho cominciato a muovere i primi passi da calciatore proprio nella sua società, mi ricordo la sua professionalità, competenza e cortesia. E’ stato il classico dirigente modello. Un esempio per tutti in campo e fuori”.
Antonio Gravante
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