Buona volontà non fa rima con risultato per l’Ostiamare. La formazione allenata da Galluzzo semina, ma non raccoglie contro la Città di Castello (1-3), incassa la terza sconfitta su sei giornate di campionato disputate e continua a occupare una posizione di classifica nettamente inferiore alle proprie potenzialità e ambizioni stagionali. I biancoviola hanno un buon approccio alla gara e, nel primo quarto d’ora, sfiorano due volte la marcatura con Pompei e De Crescenzo. Il primo trova puntuale alla presa Nannelli, mentre il secondo non inquadra di poco il bersaglio grosso. L’Ostiamare, a metà periodo, riesce a trovare anche la via del gol De Cenco, ma si vede annullare per fuorigioco tale marcatura dall’arbitro. I lidensi contestano in massa tale decisione, ma il fischietto di Livorno non vuole sentire ragioni. Sul susseguente ribaltamento di fronte, per uno strano scherzo del destino, la Città di Castello passa a condurre con Doratiotto, il quale ricopre al meglio il ruolo di terminale offensivo di una rapida ripartenza. La formazione umbra, sulle ali dell’entusiasmo, indirizza il match nei binari più congeniali in apertura di ripresa con Mosti, il quale sfrutta al massimo un assist di Calderini e infila il neoentrato Zizzania proteso in uscita. L’Ostiamare non si abbatte per il micidiale uno-due incassato, si spinge a testa bassa in avanti e, poco dopo la mezz’ora, accorcia le distanze con il bomber Roberti, bravo a infilare Nennella dall’interno dell’area. La compagine lidense, a quel punto, produce il massimo sforzo nella speranza di completare la rimonta, ma a trovare ancora la via del gol sono i perugini con l’ottimo Calderini, il quale iscrive il proprio nome nel registro dei marcatori con una precisa conclusione dai diciotto metri, si conferma una pedina inamovibile dello scacchiere di mister Alessandria e fa calare in leggero anticipo i titoli di coda sulla gara rispetto al triplice fischio dell’arbitro.
Antonio Gravante
© RIPRODUZIONE RISERVATA
