La matricola Città di Anzio ha programmato nei minimi dettagli la prima avventura della sua storia nel Campionato Regionale di Serie C1. La società portodanzese, con grande professionalità, ha rafforzato sia i quadri dirigenziali che l’organico della prima squadra con acquisti di notevole quantità e qualità. Il presidente De Bartolo e i suoi più stretti collaboratori, al fine di non pagare lo scotto del salto di categoria, hanno sfruttato al meglio i rapporti di buon vicinato con i cugini del Dilettanti Falasche inserendo nel proprio entourage due figure molte note nel pentacalcio locale come Guido Alessandrini e Cristiano Mari. Il primo ricoprirà la carica di vicepresidente, mentre il secondo si sdoppierà nel duplice ruolo di allenatore della formazione Under 21 e di Responsabile del Settore Giovanile. Passiamo all’aspetto puramente tecnico. La Città di Anzio, come era ampiamente preventivato, ha confermato in blocco l’asse portante della squadra dello scorso anno e ha ingaggiato ben sei elementi del sodalizio di via di Villa Claudia. Indosseranno la casacca biancoblu Manuel Petrangeli, Cristian Novelli, Armando Meschini, Daniele Del Principe, Alessio Del Brusco e Luigi Del Signore, i quali hanno le giuste attitudini tecnico-tattiche per elevare in maniera esponenziale l’organico a disposizione del confermatissimo mister Stefano Pisano. La sesta “new entry” può essere definita la classica ciliegina sulla torta della campagna acquisti. I dirigenti tirrenici hanno definito la trattativa con Manuel Busti, il quale nella scorsa stagione è diventato campione d’Italia Under 21 difendendo in maniera impeccabile i legni dell’United Aprilia. “Siamo pronti per la prima avventura della nostra storia sul massimo proscenio calcettistico regionale – spiega il Direttore Sportivo Fabio Locatelli – . Logicamente preferiamo rimanere con i piedi ben saldi per terra. Il nostro obiettivo primario è quello di centrare la salvezza senza particolari patemi d’animo, ma è scontato che proveremo a toglierci le maggiori soddisfazioni possibili…”.
Antonio Gravante
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