Niente da fare. Il Pomezia non riesce ad attraversare le impervie forche caudine dei play-out, issa bandiera bianca di fronte a un cinico Angri (3-0) e, tra mille recriminazioni, retrocede mestamente nel campionato di Eccellenza. Salernitani e pometini cominciano la gara al piccolo trotto: il gioco ristagna a lungo nella zona nevralgica del campo. Il primo episodio chiave del match si registra al minuto numero diciassette. L’Angri passa in vantaggio per merito del bomber Barone, il quale trafigge Marcucci con un millimetrico destro a incrociare: la sfera si insacca imparabilmente nell’angolino basso. La formazione di Ferazzoli si rimbocca le maniche e mette i brividi ai campani con Teti, il quale si fa valere sulla corsia sinistra ed entra minaccioso in area, ma si vede chiudere lo specchio della porta da Esposito. Costretto a inseguire il risultato, il Pomezia chiude il primo tempo in avanti e, a ridosso dell’intervallo, reclama un penalty per un netto fallo commesso dallo stesso Esposito su Teti. Il fischietto di Catania, tra le vibranti proteste dei rossoblù, non ravvisa gli estremi per l’assegnazione della massima punizione. La squadra del presidente Bizzaglia non riesce a cambiare marcia nella ripresa e, in chiusura di match, si trova costretta a raccogliere altre due volte il pallone in fondo al proprio sacco. Lo scatenato Acosta firma una pregevole doppietta, mette il classico punto esclamativo sulla riconferma in Serie D per la propria squadra e, di riflesso, costringe capitan Lo Pinto e soci a tornare a casa con il morale sotto i tacchi per aver deluso le aspettative di inizio stagione.
Antonio Gravante
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