La matricola Indomita Pomezia non riesce a far leva sul fattore campo per cominciare con un risultato positivo gli impegni in Campionato. Quando ormai non aspettava altro che il triplice fischio dell’arbitro per passare alla cassa a riscuotere un punto prezioso, la formazione pometina si inchina, in piena zona Cesarini, a una cinica Ottavia (0-1) e, nonostante gli sforzi profusi, si trova costretta a incassare la seconda battuta d’arresto stagionale.
Penalizzate oltremisura da un campo di gioco piuttosto appesantito dalla copiosa pioggia caduta prima e durante la gara, le due contendenti faticano ad imbastire azioni manovrate e si affidano in prevalenza al gioco in verticale. La frazione d’apertura, tutto sommato, riserva poche emozioni. L’occasione più nitida capita ai gialloneri: Cariello prova a finalizzare di testa un’azione in velocità, ma la sua conclusione è leggermente imprecisa. La sfera fa la classica barba al palo e termina sul fondo.
La ripresa, invece, comincia su ritmi più elevati. Pometini e capitolini costruiscono un’azione degna di nota a testa. L’Ottavia ha una ghiotta chance con Toscano. L’esperto attaccante, servito in piena area da Paruzza, tenta la conclusione al volo, ma a dispetto delle sue indiscusse doti di cecchino infallibile non inquadra il bersaglio grosso. L’Indomita Pomezia, poco più tardi, replica ai rivali di turno con Giacoia, il quale costringe Cecchetti a un intervento dal medio coefficiente di difficoltà.
Successivamente la gara cala di intensità. Il pareggio, di conseguenza, appare il risultato più probabile. L’Ottavia, però, a tre minuti dalla conclusione del match, trova la giocata giusta per fare il colpaccio con Antonelli, il quale finalizza con un preciso diagonale un’azione costruita sulla fascia destra e lascia subito il segno alla prima di campionato con la sua nuova squadra. L’Indomita Pomezia, nelle battute conclusive del match, produce il massimo sforzo, ma non riesce a scardinare il bunker difensivo capitolino e, per forza di cose, non può fare altro che uscire dal campo a mani vuote.
Antonio Gravante
© RIPRODUZIONE RISERVATA
