Una sconfitta piuttosto pesante in chiave salvezza. A dispetto dei buoni propositi della vigilia, l’Aprilia stecca davanti ai propri tifosi la sfida tra fanalini di coda con la Tivoli (1-2) e, a seguito dei risultati conseguiti sugli altri campi del girone, rimane mestamente da sola in fondo alla graduatoria a cinque giornate dalla conclusione della stagione regolare.
La prima parte della gara risulta sostanzialmente equilibrata. Le due squadre, consapevoli dell’importanza della posta in palio, provano a fare la partita, ma preferiscono non rischiare in fase difensiva. La formazione allenata da Mariotti, tutto sommato, sfrutta al massimo la prima occasione propizia e passa a condurre a metà periodo grazie a Capuano, il quale riceve palla da Innocenti e infila da pochi passi Trovato. I tiburtini, poco più tardi, hanno una grande chance per pareggiare i conti, ma Coquin fallisce il bersaglio grosso da posizione favorevole. Tale episodio, tutto sommato, fa da preludio alla marcatura dei ragazzi di Cotroneo firmata da Fall, il quale trasforma con freddezza un calcio di rigore concesso dall’arbitro per un fallo di mano commesso in piena area da Del Duca.
Le prime fasi della ripresa, tutto sommato, registrano un’azione degna di nota per parte. L’Aprilia mette i brividi ai rivali di turno con Murgia, il quale non inquadra di testa lo specchio della porta a seguito di un invitante cross di Capuano. La Tivoli, invece, prova ad allungare nel punteggio con il solito Fall, il quale spedisce il pallone di poco a lato della porta custodita da Siani. L’episodio decisivo della gara si registra al minuto trentaquattro: Sfanò svetta in area più alto di tutti, sugli sviluppi di un tiro dalla bandierina di Capodaglio, deposita la sfera in fondo al sacco e carica sotto il profilo emotivo i propri compagni.
Animata da una grande voglia di rivalsa, l’Aprilia si spinge a pieno organico in avanti nella speranza di raddrizzare le sorti della gara. Buona volontà, però, non fa rima con rimonta. Le rondinelle escono dal campo a mani e con la consapevolezza di aver lasciato per strada tre punti di platino.
Antonio Gravante
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