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Ri-Torneo Matusa, la Spagna fa festa dal dischetto

Davanti a una splendida cornice di pubblico, la Spagna del binomio Leone-De Paolis si aggiudica la settima edizione del Ri-Torneo Matusa, iscrive per la terza volta il proprio nell’Albo d’Oro e si conferma la squadra con il maggior numero di successi nella rassegna sportiva organizzata minuziosamente dalla famiglia Conficoni. La compagine iberica si impone proprio sul filo di lana, piega alla lotteria dei calci di rigore la resistenza della temuta Svezia (3-2), al termine di una finalissima ricca di emozioni, e si toglie la soddisfazione, a distanza di tre anni, di alzare nuovamente al cielo l’ambito trofeo. Ad indossare le classiche vesti di match-winner è Dezi, il quale trasforma il decimo e decisivo tiro dal dischetto e sposta l’ago della bilancia dalla parte della sua squadra. Ma andiamo con ordine. Le Furie Rosse hanno un buon approccio alla gara, si fanno apprezzare per una buona organizzazione di gioco e mettono un paio di volte in difficoltà la retroguardia scandinava, ma Alfonsi fa buona guardia e, con grande mestiere, sbroglia delle situazioni piuttosto delicate. La Svezia, dopo aver tenuto botta, fa del cinismo la sua qualità migliore e, alla prima vera occasione propizia, apre le danze per merito di Lombardi, bravo a capitalizzare al massimo una verticalizzazione di un compagno e a infilare l’incolpevole De Santis proteso in uscita. La sfera si insacca imparabilmente nell’angolino basso più lontano. Dopo l’intervallo, la Spagna si mostra più propositiva e rimette le cose a posto con Iacuitto, il quale fa centro con un chirurgico diagonale. Successivamente si registra un sostanziale equilibrio. Il punteggio cambia per la terza volta a otto minuti dalla conclusione. La Svezia trova la giocata giusta per passare nuovamente a condurre grazie a una giocata di un singolo: Padovan beffa De Santis direttamente da calcio d’angolo. Agevolata dai maggiori spazi concessi dagli iberici, la formazione guidata nell’occasione dal player-manager Massimo Marcelletti, a causa dell’indisponibilità di mister De Vita, ha la possibilità di mettere al sicuro il risultato, ma pecca di cinismo e, per troppa precipitazione al tiro, si divora di rimessa tre occasioni nitide da gol. La Spagna, non avendo in pratica alternative, getta il cuore oltre l’ostacolo, si spinge a testa bassa in avanti e, una manciata di secondi prima del triplice fischio dell’arbitro, trova la forza per pareggiare i conti con Vita, il quale infila con un sontuoso colpo di tacco l’attonito Alfonsi e rimanda l’esito del match ai calci di rigore. Le due squadre deludono le aspettative dal dischetto. I primi nove “tiratori scelti” non riescono a fare centro. L’unico ad avere la giusta freddezza è Dezi, il quale infila Alfonsi con una precisa conclusione dal basso in alto e regala alla Spagna la terza vittoria nella prestigiosa kermesse calcistica pometina. Gli organizzatori, come al solito, hanno consegnato numerosi riconoscimenti individuali. La palma di miglior allenatore è stata conferita al binomio Ulderico Leone e Marcello De Paolis, che ha avuto il merito di traghettare la Spagna verso la conquista del terzo successo su sette edizioni disputate del Ri-Torneo Matusa. La famiglia Conficoni, inoltre, ha premiato Sacchetti (Portogallo) come miglior giocatore Over 60. Anche un altro player lusitano si è distinto sul manto sintetico del Campo dei Preti. Si tratta di Marcello Tarantino, il quale ha ricevuto il premio fair-play per la sua correttezza mostrata nell’intero arco della competizione. La Svezia, inoltre, ha conquistato le luci della ribalta con due giocatori: Alfonsi è stato riconosciuto dagli addetti ai lavori come migliore portiere, mentre Massimo Marcelletti, dall’alto della sua classe cristallina, è stato premiato come miglior giocatore. Il sesto e ultimo riconoscimento individuale, invece, è stato vinto da Mammarella, il quale si è laureato capocannoniere. Il bomber della Spagna (sei reti all’attivo), facendo leva su un innato fiuto per il gol, è stato uno degli artefici principali del terzo successo delle Furie Rosse.

Antonio Gravante

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