Facendo leva su un ottimo stato di forma generale e su una crescente coesione tra tutti gli effettivi, il Palocco sbanca il rettangolo di gioco della Nuova Pescia Romana (1-3), bissa la vittoria casalinga conseguita nel turno precedente con il Borgo Palidoro e balza al quinto posto in classifica a pari merito con il Tolfa e la Città di Cerveteri. Le migliori emozioni si registrano nella seconda parte del primo tempo. Dopo una lunga fase di studio, la compagine del X Municipio alza gradualmente il ritmo e, alla mezz’ora esatta, apre le danze con Bonis, il quale ricopre al meglio il ruolo di terminale offensivo di una pregevole azione personale sulla corsia destra di Pisilli. La Nuova Pescia Romana si rimbocca subito le maniche e, sul susseguente ribaltamento di fronte, perviene al pareggio con Abis, bravo a sfuggire alle grinfie del diretto marcatore e a infilare Sciarra con un perentorio colpo di testa. Ma si tratta del classico episodio. Il Palocco, poco più tardi, passa per la seconda volta a condurre con Pisilli, il quale trasforma un calcio piazzato, con la complicità di una fortuita deviazione di un giocatore rivale posizionato in barriera, e si conferma una pedina importantissima dello scacchiere arancioblù. La formazione guidata da Ercolani, squalificato e sostituito in panchina da Marco Venturini, chiude in avanti il primo tempo e trova anche la terza rete con D’Agostino, lesto a girare in fondo al sacco un preciso cross dalla destra di D’Agostino. Agevolato nel proprio campito dai maggiori spazi concessi dai padroni di casa, protesi in avanti alla disperata ricerca della rete che potesse riaprire il match, il Palocco ha più volte la possibilità di rimpinguare il proprio bottino di gol, ma i vari D’Agostino, Segoni, Pisilli e Bonis peccano di cinismo e gettano alle ortiche delle occasioni più che favorevoli. Poco male. La squadra arancioblù passa con pieno merito alla cassa a riscuotere l’intera posta in palio e arriva con la giusta carica psicologica alla delicata sfida casalinga di domenica prossima con il Tolfa.
Antonio Gravante
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