
Quando il pareggio sembrava il risultato più probabile, l’Ostiamare subisce nel terzo minuto di recupero il colpo del ko dal Flaminia (4-3), incassa una sconfitta evitabile e, di conseguenza, non può fare altro che mordersi le mani per aver gettato alle ortiche la possibilità di prolungare ulteriormente la striscia positiva. Il verdetto del campo, in ogni modo, appare troppo severo nei confronti della squadra di Minincleri, che ha dilapidato una situazione di duplice vantaggio nell’ultimo terzo di gara. Dopo una prima fase di studio, la compagine lidense sfiora la marcatura al termine di un’azione lineare. Il solito Lazzeri si fa valere sulla corsia esterna e crossa un pallone con il contagiri per la testa di Rasi, il quale colpisce in pratica a botta sicura, ma si vede negare la gioia del gol da un prodigioso intervento d’istinto di Nespola. Trascorrono pochi giri di lancette e il Flaminia pareggia il computo delle occasioni importanti. Il generoso Sirbu si presenta minaccioso in area, ma si vede chiudere lo specchio della porta da Morlupo. Sulla susseguente ribattuta dell’estremo difensore biancoviola, Tascini calcia da posizione favorevole, ma anche in questo caso il numero dodici tirrenico si oppone con grande mestiere. Il punteggio si sblocca intorno alla mezz’ora. L’Ostiamare passa in vantaggio con Persichini, il quale approfitta di una defaillance di Massaccesi, a seguito di un lungo lancio di Mbaye, e iscrive il proprio nome a referto con un chirurgico tiro a incrociare. I viterbesi, pungolati nell’orgoglio, riordinano subito le idee e, poco prima dell’intervallo, pareggiano i conti con Sirbu, il quale capitalizza al meglio una combinazione con Tascini, infila Morlupo e manda le due contendenti negli spogliatoi sul punteggio di parità. L’Ostiamare comincia la ripresa con il piede schiacciato a fondo sul pedale dell’acceleratore e piazza un micidiale uno-due nel giro di sette minuti. A firmare la rete del nuovo vantaggio lidense è Pinna, il quale trasforma, con un’esecuzione perfetta, una punizione dai venticinque metri. I biancoviola, invece, calano il tris in maniera fortunosa: Benedetti di testa serve il proprio portiere proteso in uscita. I due non si intendono e il pallone termina in fondo al sacco per la più classica delle autoreti. La Flaminia ha una veemente reazione e, sei giri di orologio più tardi, accorcia le distanze con Ricozzi, bravo a trasformare un calcio da fermo. Lo stesso Ricozzi, alla mezz’ora esatta, scheggia la traversa sempre su punizione dal limite. La squadra di Anelli non molla la presa e, un minuto dopo la mezz’ora, completa la rimonta per merito di Sirbu, bravo a girare di testa in rete un preciso cross di Celentano. Le due formazioni, nelle battute finali del match, lottano con grinta e determinazione su ogni pallone. La sfida si decide nel terzo minuto di recupero. La Flaminia sposta definitivamente l’ago della bilancia dalla propria parte con Tascini, il quale risolve un concitato batti e ribatti in piena area di rigore lidense, regala alla propria squadra tre punti di platino in chiave salvezza e, di riflesso, costringe Rasi e soci a incassare una sconfitta che ha il classico sapore della beffa.
Antonio Gravante
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