Quando ormai non aspettava altro che il triplice fischio dell’arbitro per passare alla cassa a riscuotere l’intero bottino, il Lele Nettuno subisce in pieno extra-time la rimonta della Generazione Calcetto (2-2), torna a casa con un punto in tasca e, tra mille recriminazioni, comincia al piccolo trotto le fatiche di Campionato. La formazione allenata da D’Ammando, in ogni modo, è uscita dal campo tra gli unanimi consensi degli addetti ai lavori per aver disputato una prova collettiva più che positiva sotto il profilo tecnico-tattico. I tirrenici, nei primi minuti di gioco, si limitano a svolgere il classico compitino e rischiano più volte di capitolare, ma Lo Grasso, facendo leva su un perfetto piazzamento tra i pali, compie tre interventi prodigiosi e conserva inviolata la sua porta. Scampato il pericolo, il Lele Nettuno fa del cinismo la sua dote principale e, sugli sviluppi di un rapido ribaltamento di fronte, sblocca il punteggio con Nocca, il quale ha il merito di griffare la prima rete ufficiale della nuova stagione. La gioia dei tirrenici, comunque, dura pochi giri di lancette. La Generazione Calcetto perviene al pareggio grazie a una stoccata vincente di Sabatini, il quale trasforma di potenza una punizione dal limite dell’area. Nei minuti seguenti, i capitolini esercitano un maggior possesso palla e vanno più volte vicini al raddoppio con gli elementi di maggiore caratura tecnica, ma la compagine tirrenica riesce a rimanere in partita grazie a uno strepitoso Lo Grasso, bravo ad abbassare più volte la saracinesca della propria porta alle conclusioni a botta sicura degli avversari. A trovare per la seconda volta la via del gol, invece, è il Lele Nettuno con capitan Tinari, bravo prima a vincere un paio di contrasti e poi a scaraventare la sfera sotto la traversa con un sinistro di rara potenza e precisione. In chiusura di tempo, alla resa dei conti, si registra il classico episodio “gol-no gol”, ma l’arbitro reputa che la conclusione di Nocca non abbia varcato completamente la linea di porta e costringe i nettunesi ad andare al riposo con soltanto una rete di vantaggio. Nella ripresa, la Generazione Calcetto, motivata a raddrizzare le sorti della gara, si spinge generosamente in avanti, ma la difesa tirrenica si conferma all’altezza della situazione. La squadra di D’Ammando, tra l’altro, ha la possibilità di allungare nel punteggio, ma non capitalizza al meglio svariate ripartenze e consente ai rivali di turno di rimanere a stretto contatto. A dieci minuti dalla conclusione, tutto sommato, si registra un altro episodio degno della moviola. Atturi dalla distanza elude l’intervento dell’estremo difensore capitolino, ma l’arbitro, anche in questo caso, decide che la sfera non sia completamente entrata in fondo al sacco. In pieno recupero, invece, il punteggio torna in perfetta parità a seguito di una clamorosa svista dell’arbitro, che assegna ai capitolini il penalty per un fallo di mano dello stesso Atturi commesso fuori dall’area di rigore. Ad incaricarsi della trasformazione è Sabatini, il quale non lascia via di scampo a Lo Grasso e permette alla sua squadra di raddrizzare in extremis una gara che ai più appariva seriamente compromessa. “Siamo piuttosto delusi, il direttore di gara ci ha penalizzato più volte durante l’arco dell’incontro – precisa Massimo Proietti, presidente del Lele Nettuno – . Oltre a non assegnarci due reti praticamente valide, ha assegnato alla Generazione Calcetto un rigore inesistente nell’ultima azione utile della gara. Il nostro giocatore ha colpito la sfera con la mano circa un metro fuori dall’area di rigore. Siamo costretti, di conseguenza, a guardare il classico bicchiere mezzo vuoto. Abbiamo lasciato per strada due punti ampiamente alla nostra portata”.
Antonio Gravante
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