Il Pomezia Calcio Selva dei Pini non riesce a trovare il bandolo della matassa in questa prima parte di stagione. La squadra pometina stecca anche la sfida casalinga con il Monte San Giovanni Campano (1-2), subisce la quinta sconfitta in campionato e, a seguito della concomitante vittoria dell’Arce, scivola mestamente all’ultimo posto in classifica a pari merito con il Palestrina. Il primo tempo non riserva particolari emozioni: le due contendenti si affrontano a lungo nella zona nevralgica del campo e permettono ai rispettivi portieri di non essere mai chiamati seriamente in causa. Le principali azioni degne di nota si condensano negli ultimi cinque minuti a ridosso del duplice fischio. I rossoblu hanno due buone chance con Flore e Giuffrida, ma entrambi sbagliano la mira e falliscono il bersaglio grosso. Dopo l’intervallo, la compagine pometina prova a spingersi in avanti con maggiore regolarità, ma non riesce a forzare il solido bunker difensivo ciociaro. Il match si sblocca a metà tempo. Il Monte San Giovanni Campano spezza l’equilibrio con Pagnani, cinico a ribadire in fondo al sacco una conclusione di Caponera deviata da Mastella sulla traversa. I ciociari, sulle ali dell’entusiasmo, pochi giri di lancette più tardi vanno vicinissimi al raddoppio con lo stesso Caponera, il quale si presenta a tu per tu con Mastella, ma si fa ipnotizzare dall’estremo difensore pometino, bravo a sua volta a sbrogliare una situazione piuttosto delicata. Il Pomezia Calcio Selva dei Pini, intorno alla mezzora, sfiora la parità a causa di una leggerezza difensiva degli avversari, ma l’attento Lisi evita una clamorosa autorete deviando in corner un avventato retropassaggio di un compagno. Scampato il pericolo, il Monte San Giovanni Campano consolida il vantaggio a seguito di uno sfortunato autogol di Martinelli, il quale devia nella propria porta un tiro di Magliocchetti. Pungolato nell’orgoglio, il Pomezia Calcio Selva dei Pini si spinge generosamente in avanti e, in pieno extra-time, si toglie la parziale soddisfazione di realizzare la classica rete della bandiera con Bianchini, il quale trasforma con un’esecuzione perfetta un calcio di rigore. Ma è troppo tardi per completare la rimonta. La squadra di Punzi esce ancora una volta dal campo a mani vuote e, tra lo sconforto dei propri sostenitori, si trova costretta a ricoprire lo scomodo ruolo di fanalino di coda del girone.
Antonio Gravante
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