Costretto a fare di necessità virtù, a causa delle pesanti defezioni di tre pedine importanti del suo scacchiere come De Bardi, Muse e Fabbroni, l’Airone Ardea paga dazio sul rettangolo di gioco di un quadrato Alberone (3-0), incassa la seconda sconfitta esterna consecutiva in campionato, dopo il passaggio a vuoto accusato, nella seconda giornata, nella tana della Fortitudo Roma, e rimane attestato nella zona centrale della classifica con sei punti all’attivo. La squadra allenata da Romagnuolo sbaglia l’approccio alla gara e, dopo soltanto sei giri di orologio, va sotto nel punteggio sugli sviluppi di un calcio di punizione. L’Alberone, con grande mestiere, coglie di sorpresa i giocatori rutuli e, con una perfetta azione in velocità, mette nelle condizioni ideali Abou di trafiggere l’incolpevole Leggio. Al quarto d’ora, invece, si abbatte una brutta tegola nel confronti della squadra del presidente Introcaso. Il centrocampista Foti, a seguito di un brutto colpo subito da un avversario, chiede il cambio e lascia il posto a Leoni. Nonostante tale inconveniente, l’Airone Ardea, nei restanti minuti del primo tempo, si spinge generosamente in avanti, grazie alla costante spinta del pacchetto mediano, e in un paio di circostanze mette in apprensione la retroguardia rivale con lo sgusciante Pavlyk, fermato più volte a trequarti campo con la maniere rudi dai ragazzi allenati da Pelliccioni. La ripresa, tutto sommato, comincia all’insegna dell’equilibrio: le due squadre provano a spingersi in avanti, ma le difese vincono nettamente il confronto a distanza con i rispettivi reparti offensivi avversari. Nella fase centrale del tempo, invece, l’Alberone allunga nel punteggio grazie a una splendida giocata di un singolo. L’ottimo Abou, a coronamento di una prestazione individuale maiuscola, calcia in porta da fuori area e, con un conclusione millimetrica, costringe Leggio a raccogliere per la seconda volta la sfera in fondo al sacco. Sotto di due reti, mister Romagnuolo getta nella mischia Politi e Renzaglia e propone un modulo a trazione anteriore. La squadra rutula si riversa con regolarità nella metà campo capitolina, colleziona almeno quattro nitide occasioni da gol, ma non riesce a dimezzare lo svantaggio per la bravura del portiere Mostarda. In chiusura di match, con i rossoblu protesi in avanti alla disperata ricerca quantomeno della rete della bandiera, l’Alberone chiude definitivamente i conti con Hrustic, il quale sfrutta al meglio una veloce ripartenza, condanna Draisci e soci ad incassare un pesante passivo e consente alla sua squadra di centrare, al quarto tentativo, la prima vittoria in Campionato.
Antonio Gravante
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