Cuore e grinta si rivelano le principali doti dell’Aprilia nella venticinquesima giornata di campionato. Costretta a giocare in inferiorità numerica per poco più di due terzi di gara, a causa dell’espulsione di Zeccolella, la formazione pontina ottiene un prezioso pareggio sul rettangolo di gioco della Nuorese (1-1), dà un seguito dal punto di vista del risultato alla vittoria di misura conseguita con il Budoni e si conferma settima forza del girone. Dopo una prima fase di studio, la compagine isolana passa a condurre al decimo giro di lancette per merito del difensore Lazazzera, cinico a risolvere un concitato batti e ribatti in piena area apriliana sugli sviluppi di una punizione dalla trequarti campo. Animate da una grande voglia di rivalsa, le rondinelle si rimboccano immediatamente le maniche e, centoventi secondi più tardi, rimettono le cose a posto con Bosi, il quale sfrutta al meglio un lancio in profondità di un compagno, vince il duello in velocità con Lazazzera e infila l’incolpevole Ferrara proteso in uscita. La compagine allenata da Venturi, tutto sommato, si complica i propri piani poco prima della mezzora a causa dell’espulsione di Zeccolella, allontanato dall’arbitro per una grossolana ingenuità commessa su Cadau. Nonostante l’inferiorità numerica, le rondinelle cominciano la ripresa con la giusta carica emotiva, tengono bene il campo e creano più di un grattacapo ai rivali di turno con il neoentrato Fortuna, Bosi e Casimirri. Il primo colpisce l’esterno della rete da posizione defilata, mentre gli altri due trovano puntuale alla presa il portiere verdeazzurro. La Nuorese, nell’ultimo quarto di gara, prova a spostare l’ago della bilancia dalla propria parte, si spinge con maggiore regolarità nella metà campo pontina e sfiora due volte il raddoppio con Cissè e Palma. L’estremo difensore Saglietti, però, si conferma all’altezza della situazione, compie due interventi prodigiosi, vanifica gli sforzi profusi dagli isolani e permette alla propria squadra di tornare a casa con un prezioso e meritato punto in tasca.
Antonio Gravante
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