Tanti applausi e un punto a testa. Indomita Pomezia e Torvaianica si spartiscono la posta in palio nel big-match del Selva dei Pini, valevole come quattordicesima giornata del campionato di Prima Categoria, rimpinguano entrambe il bottino in classifica e proseguono il proprio cammino nel massimo rispetto dei programmi stilati a inizio stagione dai rispetti staff dirigenziali. La formazione del binomio Guiderdone-Licata, a seguito di tale risultato, si conferma in vetta alla classifica, ma viene raggiunta dal Real Colosseum, vittorioso a sua volta nella tana del Tor San Lorenzo, mentre l’undici della presidentessa Stefania Padula rimane distanziato dalla vetta soltanto di due lunghezze. Una lotta a tre, dunque, che sembra destinata a concludersi, a tutto favore dello spettacolo e delle forti emozioni, proprio sul filo di lana. Mister Aiello, come suo solito, propone il collaudato 3-5-2, impiega in cabina di regia Di Giovanni, si affida sulle corsie esterne ai sempre positivi Amici e Mancini e conferma in avanti il binomio Fieni-Zullo, che nei primi quattro mesi ufficiali si è confermato un ottimo finalizzatore della manovra. Sul fronte opposto, invece, mister Salotti decide all’ultima ora di far partire dalla panchina Vallo, protagonista di una stagione sino a questo momento sopra le righe, per impiegare Zanobi nella zona mediana accanto a Ciccolini e Torri. Tutto confermato, invece, in avanti: Celiani viene proposto come centravanti di ruolo, mentre i talentuosi Sammarco e Seferi agiscono sulle corsie esterne. Passiamo alla cronaca. La gara comincia subito con un’azione degna di nota. Dopo soltanto due minuti dal fischio d’inizio, il Torvaianica sfiora la marcatura sugli sviluppi di una punizione dalla quarti campo. Il solito Celiani crossa teso al centro dell’area un invitante pallone per i propri compagni di squadra, Di Giovanni sbaglia l’impatto con la sfera e sfiora di testa una clamorosa autorete. L’attento Pacioni, però, non si lascia sorprendere sull’inopinato retropassaggio del centrocampista ed evita la marcatura con l’aiuto della traversa. Scampato il pericolo, la squadra guidata da Aiello cambia immediatamente marcia e mette i brividi ai cugini con una bella azione in velocità sula corsia di sinistra. L’esperto Mancini si fa valere nella sua zona di competenza e, nei pressi della linea di fondo, crossa al centro dell’area per l’accorrente Fieni. L’attaccante, autore nel complesso di una prova individuale di grande sacrificio, arriva un attimo in ritardo all’appuntamento con l’incornata vincente. Tale episodio, alla resa dei conti, fa da preludio al vantaggio dei rossoverdi. L’Indomita Pomezia, pochi minuti più tardi, sblocca il punteggio con una splendida azione per vie verticali. Il solito Di Giovanni, dalla zona mediana del campo, serve in profondità Fieni, che a sua volta fa ottimamente da sponda per Amici, il quale sfrutta al meglio l’assist del compagno, si incunea con i tempi giusti nell’area avversaria e, con un chirurgico diagonale, non lascia alcuna via di scampo a Solimeno. La sfera si insacca nell’angolino basso più lontano. Poco più tardi, tutto sommato, si registra un episodio che avrebbe potuto condizionare l’esito della gara: Seferi commette fallo di reazione ai danni di Mancini. Il cartellino rosso ci stava tutto, ma il signor Giacobini di Roma punisce l’attaccante con un’inappropriata ammonizione. Graziata dall’arbitro e sotto di una rete, la capolista di rimbocca le maniche e, al minuto numero diciotto, perviene al pareggio su calcio da fermo. Il solito Celiani, dalla corsia di destra, scodella al centro dell’area un pallone con il classico contagiri per la testa di De Paolis, il quale svetta più alto di tutti e, con un’esecuzione degna di un autentico bomber di razza, non lascia alcuna via di scampo all’esterrefatto Pacioni. Successivamente la gara cala di tono, complice una lunga serie di falli tattici commessi da una parte e dell’altra. Il fischietto capitolino, troppo fiscale in svariate occasioni, estrae ripetutamente il cartellino giallo e fa crescere la tensione in campo. La gara, di conseguenza, scivola via senza particolari sussulti. Nella seconda parte della frazione d’apertura, taccuino alla mano, si registrano soltanto due episodi degni di nota. L’Indomita Pomezia, più propositiva rispetto ai rivali di turno, sfiora la marcatura con Fieni e Zullo. Il primo arriva un attimo in ritardo su un cross dalla sinistra di Mancini, mente il secondo, dopo aver lasciato sul posto capitan Chianese, si presenta minaccioso a tu per tu con Solimeno, ma si vede chiudere lo specchio della porta dall’estremo difensore gialloblu. La ripresa, tutto sommato, prosegue sotto il segno dell’equilibrio. Le due contendenti lottano con grinta e determinazione su ogni pallone, ma faticano a sviluppare la consueta manovra corale e redditizia. Le difese, supportate al meglio dai pacchetti mediani, fanno buona guardia e bloccano sul nascere ogni situazione delicata. Uno degli episodi chiave del match, statistiche alla mano, si registra al quarto d’ora. L’Indomita Pomezia rimane in dieci per l’espulsione di Di Giovanni, il quale rimedia, a causa di un’eccessiva fiscalità dell’arbitro, il secondo cartellino giallo per un fallo commesso a centrocampo ai danni di Seferi. Trascorrono pochi giri di lancette e anche mister Salotti finisce sul registro dei cattivi e per proteste si trova costretto ad abbandonare il rettangolo di gioco. Agevolata nel proprio compito dal fatto di giocare in undici contro dieci, la squadra gialloblu si mostra più intraprendente e, poco dopo la mezzora, trova la via del gol sugli sviluppi di una punizione scodellata al centro dell’area da Celiani. A piazzare la stoccata vincente è Sammarco, il quale appoggia la sfera in fondo al sacco nei pressi del secondo palo. Il direttore di gara, però, annulla tale segnatura per un presunto off-side dello stesso marcatore gialloblu tra le vibranti proteste di capitan Chianese e soci. Consapevoli dell’importanza della posta in palio, le due formazioni alzano gradualmente il ritmo e regalano al numeroso pubblico presente in tribuna al Selva dei Pini un finale di gara ricco di emozioni e degno senza ombra di dubbio di palcoscenici più prestigiosi. La capolista, a otto minuti dal triplice fischio, trova la forza per ribaltare del tutto la situazione a suo favore in contropiede. Sugli sviluppi di una rimessa laterale in fase offensiva dei rossoverdi, Sammarco intercetta la sfera nei pressi della propria area di rigore e serve nel cerchio di centrocampo Celiani, che a sua volta dà un saggio della propria bravura, protegge ottimamente il pallone dalla carica di Bilancini e favorisce l’inserimento di Seferi. Il numero sette gialloblu, con grande acume tattico, sfrutta al meglio la giocata del compagno di reparto, aggredisce abilmente lo spazio vuoto, salta Pacioni proteso in uscita e deposita la sfera nella porta sguarnita. Pungolata nell’orgoglio, l’Indomita Pomezia si catapulta a testa bassa in avanti e, a quattro giri di orologio dalla conclusone, rimette le cose a posto su palla inattiva. Il solito Zullo calcia direttamente in porta un punizione dalla trequarti campo e coglie di sorpresa l’esperto Solimeno, che commette un grave errore di valutazione e respinge in maniera inappropriata il pallone dalle parti di Amici. L’esterno destro rossoverde gentilmente ringrazia, fa centro con un comodo colpo di testa da distanza ravvicinata e riporta la contesa sui binari di perfetto equilibrio. L’ultimo episodio saliente del match, invece, si registra in pieno recupero: Celiani rimedia il secondo cartellino giallo e, di conseguenza, sarà costretto a saltare la stracittadina con i cugini della Città di Pomezia. Indomita e Torvaianica, dunque, si spartiscono equamente la posta in palio, fanno di riflesso un favore al Real Colosseum, cinico a guadagnare su entrambe due punti, ma rimangono in piena corsa per la platonica vittoria del titolo di campione d’inverno. Torvaianica e Real Colosseum, prime delle classe con due lunghezze di vantaggio rispetto a Bilancini e soci a una giornata dalla conclusione del girone d’andata, tutto sommato, sono leggermente favorite a doppiare per prime la boa di metà campionato. La cosa più importante, però, è la vittoria finale. Quella, invece, resta ancora una lotta a tre.
Antonio Gravante
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