ARDEA – La Nuova Florida accusa una brusca frenata. Dopo aver collezionato quattro punti nelle prime due giornate, la squadra allenata da Del Grosso issa bandiera bianca davanti ai propri sostenitori di fronte a un cinico Vastogirardi (0-3) e manda giù il calice amaro della prima battuta d’arresto in campionato. Il verdetto del campo, tutto sommato, appare troppo severo nei confronti dei biancorossi, i quali hanno pagato a caro prezzo i tre cartellini rossi rimediati, nella ripresa, dal fiscalissimo Spedale di Palermo. La Nuova Florida parte bene e, all’ottavo minuto, sfiora la marcatura con Capparella, il quale tenta la conclusione dal limite dell’area, ma Petriccione si conferma all’altezza della situazione e si rifugia in angolo. La compagine molisana risponde a metà periodo: Ruggieri calcia magnificamente una punizione, indirizza la sfera sotto l’incrocio dei pali, ma Giordani evita il peggio con una prodigiosa respinta. La Nuova Florida, intorno alla mezz’ora, mette nuovamente i brividi ai rivali di turno col solito Capparella, il quale viene beffato da un rimbalzo irregolare quando si apprestava a calciare in porta da pochi passi. La sfida si sblocca in chiusura di tempo. Il Vastogirardi passa a condurre con l’ottimo Fiori, il quale sorprende Giordani con una chirurgica conclusione da diciotto metri. La ripresa, tutto sommato, viene condizionata dalle espulsioni. La Nuova Florida rimane in dieci all’ottavo giro di orologio: Cason rimedia il secondo cartellino giallo e finisce anzitempo sotto la doccia. I ragazzi di Del Grosso non si abbattono e provano a rimettere le cose a posto, ma rimangono addirittura in otto contro undici a seguito dei “rossi” subiti da Moretti e Menchinelli. Il Vastogirardi, di conseguenza, gioca sul velluto, arrotonda il punteggio con Hernandez e Calemme e torna a casa con tre punti preziosi. La Nuova Florida, invece, al termine del match, punta il dito verso l’arbitro. “La gara è stata condizionata dal fischietto di Palermo – dichiara il dg Pizi – . Le sue decisioni ci hanno penalizzato oltremisura”.
Antonio Gravante
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