Un debutto di campionato decisamente sfortunato. Costretta a fare di necessità virtù, a seguito delle concomitanti defezioni di Evandro, Mazzaroppi e Dominici, la Mirafin sfodera una prova collettiva tutto cuore e grinta, ma al definitivo suono della sirena lascia l’intera posta in palio all’Elmas (1-2), cinico a sua volta a capitalizzare al meglio, con un’elevata percentuale, le poche occasioni da rete costruite nell’arco dei quaranta minuti. Il quintetto di Armando Mirra parte forte e, nei primi tre giri di lancette, imbastisce tre occasioni nitide dal gol. Prima Galati fallisce di poco il bersaglio grosso, poi Ciciotti fa la classica barba al palo e, infine, Giorgi coglie in pieno il montante sugli sviluppi di un corner battuto da Rocchi. Successivamente ci prova il generoso Messina a spezzare l’equilibrio, ma esalta i riflessi dell’estremo difensore isolano. L’Almas, nel momento di maggior pressione dei ragazzi del presidente Raffaele Mirra, sblocca il punteggio con Arrias, il quale infila Beltrano, direttamente su calcio da fermo, grazie a una leggera deviazione di Rocchi. La compagine pometina riparte di slancio e colpisce il secondo legno di giornata: Giorgi scheggia il palo. La Mirafin, poco più tardi, scrive una pagina che rimarrà per sempre negli annali della società: il baby Alessandro Gobbi (classe 2008) fa il suo debutto in Serie B e diventa il giocatore più giovane a esordire in prima squadra in quasi venticinque anni di attività sportiva. La Mirafin chiude il primo tempo in avanti e, poco prima del riposo, pareggia i conti con Messina, il quale ricopre al meglio il ruolo di terminale offensivo di uno schema applicato alla perfezione su calcio d’angolo. Il copione della gara non cambia nel corso della ripresa. La squadra di mister Armando Mirra continua a fare la partita, mentre gli isolani giocano piuttosto corti e replicano con rapidi ribaltamenti di fronte. L’Elmas, comunque, si fa apprezzare per un’ottima solidità difensiva e, nel momento topico del match, passa di nuovo a condurre con Dulcis, il quale calcia dal limite dell’area e mette fuori causa Beltrano con la complicità di una leggera deviazione di Gobbi. La formazione del presidente Raffaele Mirra non ci sta, produce il massino sforzo e si crea i presupposti per pareggiare su calcio di rigore. Ad incaricarsi della trasformazione è Messina, il quale si fa ipnotizzare dai sei metri da Di Salvo, bravo a indovinare l’angolo giusto e a disinnescare il pericolo. I rossoblù non si abbattono per l’errore commesso dal dischetto e chiudono la gara in avanti, ma non riescono a far breccia nella solida retroguardia rivale e, tra mille rimpianti, si trovano costretti ad accusare un’inopinata falsa partenza.
Antonio Gravante
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