

Due volte in vantaggio. Altrettante volte raggiunta. La Fortitudo Pomezia si conferma ancora una volta all’altezza della situazione, pareggia la sfida casalinga con la temuta Roma 1927 (2-2), colleziona il quindicesimo risultato utile consecutivo in campionato e arriva con il morale alto allo storico debutto alle Final Eight di Coppa Italia. Il quintetto allenato da Angelini, squalificato e sostituito in panchina da mister Esposito, sblocca il punteggio al quinto giro di orologio su calcio di rigore, decretato dalla coppia arbitrale per un contatto tra Gattarelli e Di Eugenio. I giallorossi contestano vivacemente tale decisione poiché ritengono che il fallo sia stato commesso fuori area. I due fischietti, però, sono irremovibili sul loro provvedimento e fanno riprendere il gioco con il tiro dal dischetto. Ad incaricarsi della trasformazione è il bomber Raubo, il quale spiazza Rodriguez e carica sotto il profilo emotivo i propri compagni. La Roma 1927, al minuto numero dodici, ha la possibilità di ricucire lo strappo su tiro libero. Lo specialista Marcelinho, però, si vede ribattere la conclusione da uno strepitoso Molitierno. Tale episodio, tutto sommato, fa da preludio al pareggio dei capitolini firmato da Dimas. Il capitano si esibisce in una perentoria progressione, parte palla al piede dalla propria metà campo, si fa tutta la fascia sinistra, si accentra e, con una splendida conclusione dal basso in alto, incastra il pallone sotto l’incrocio dei pali alla destra di Molitierno. La Fortitudo Pomezia parte forte nella ripresa e, dopo soltanto due minuti, passa per la seconda volta in vantaggio con una splendida rete di Miguel Angelo. Il laterale lusitano si coordina alla perfezione dalla trequarti campo, trafigge Rodriguez con un gran tiro di collo pieno e si conferma una pedina importantissima dello scacchiere rossoblù. La Roma 1927 non ci sta, aumenta gradualmente i giri del proprio motore e getta alle ortiche una ghiotta chance per pareggiare i conti con Seferi, il quale calcia praticamente a porta vuota dal limite dell’area, ma pecca di cinismo e fallisce il bersaglio grosso. La squadra allenata da Reali, poco più tardi, mette nuovamente i brividi ai pometini. Marcelinho, direttamente su tiro da fermo da distanza siderale, scheggia il palo alla destra di Molitierno. I giallorossi, al quarto d’ora, sciupano un’altra occasione nitida da gol. Capitan Dimas, dalla sinistra, serve nel cuore dell’area Murilo, ex di turno, il quale colpisce clamorosamente il palo a Molitierno battuto. La Roma 1927, sotto nel punteggio, impiega Seferi come power-play. Tale mossa dà i frutti sperati per i capitolini, i quali rimettono le cose a posto con Marcelinho, lesto a sfruttare al massimo un assist di Avellino e a infilare l’incolpevole Molitierno. Le due contendenti, nei restanti giri di orologio, provano a spostare l’ago della bilancia dalla rispettiva parte, ma non riescono a trovare la via del gol e, al definitivo suono della sirena, si trovano costrette ad accontentarsi della salomonica divisione della posta in palio.
Antonio Gravante
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