Troppo netta la differenza di valori. Il giovanissimo Nettuno incassa un pesante passivo per mano dell’ambizioso ed esperto Colleferro (4-0), subisce la quinta sconfitta su sette gare di campionato disputate e continua a navigare nelle acque basse della graduatoria. La formazione allenata da Scaricamazza, decisa a proseguire il cammino perfetto tra le mura amiche del Caslini, parte subito forte e, al quinto minuto, spezza l’equilibrio con il talentuoso Oduamadi. L’ex Milan fa breccia nella difesa verdeblù con la fattiva collaborazione di Gallo, si divincola in piena area tra due avversari e, da pochi passi, non lascia alcuna via di scampo ad Alfieri. I rossoneri giocano in pratica in scioltezza e, nella fase centrale del tempo, vanno vicinissimi al raddoppio con Teti, il quale svetta più alto di tutti in piena area, a seguito di una punizione dalla trequarti campo destra, ma il suo colpo di testa si infrange sulla traversa. I padroni di casa non mollano la presa e, al minuto numero trentotto, hanno la possibilità di consolidare il vantaggio su calcio di rigore, assegnato dall’arbitro per un netto fallo commesso ai danni di Oduamadi. Sul dischetto si presenta lo stesso giocatore nigeriano, il quale si vede negare la gioia della doppietta personale da Alfieri, bravo a distendersi in tuffo sulla sua sinistra e a bloccare la sfera con una presa in due tempi. Tale episodio, tutto sommato, fa da preludio alla rete del raddoppio colleferrino griffata da Gallo. L’esterno, dai venti metri, incastra il pallone sotto l’incrocio dei pali con un destro dalla precisione chirurgica. La formazione di Scaricamazza, nelle battute iniziali della ripresa, cala il tris con Teti, il quale ricopre al meglio il ruolo di terminale offensivo di un’azione imbastita da Oduamadi e Gallo e rifinita, con un assist perfetto, da Schiavella. La gara, da quel momento, non ha più storia. Il Colleferro, poco dopo la mezz’ora, chiude definitivamente i conti con Di Placido, il quale riceve palla dallo scatenato Oduamadi, fa centro quasi dall’altezza del dischetto del rigore e si toglie la soddisfazione di iscrivere anche il proprio nome nel registro marcatori pur partendo dalla panchina. Le battute finali della gara, tutto sommato, vengono giocate soltanto per onor di firma. Gallo e soci si limitano alla pura gestione del risultato e, al triplice fischio dell’arbitro, ricevono gli scroscianti dei propri sostenitori per aver disputato una prova collettiva maiuscola. Il Nettuno, invece, non può fare altro che tornare a casa con un pesante passivo.
Antonio Gravante
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