La solita storia. La matricola Ardea non riesce ad avere, nell’arco dei quaranta minuti, una regolarità di rendimento costante, indispensabile per cominciare a risalire la china di una classifica che, giornata dopo giornata, continua a farsi sempre più preoccupante. La squadra del presidente Fofi, nonostante un’ottima partenza, crolla alla distanza sotto i colpi del Club Latina (3-2), prolunga la striscia negativa e rimane al terzultimo posto con dieci punti all’attivo, frutto di un ruolino di marcia, nelle prime undici giornate, caratterizzato da due vittorie, quattro pareggi e ben cinque sconfitte. Il quintetto di Masci parte col piede giusto e, dopo aver rischiato grosso in occasione di un palo colpito da Targa da posizione defilata, si porta sul duplice vantaggio, nel giro di otto minuti, grazie alle reti di Ceniccola e Mrak. Il primo sblocca il risultato con un comodo tap-in nei pressi del secondo palo, mentre il secondo approfitta di una corta respinta del portiere di casa e fa centro con un chirurgico diagonale. A suonare la carica per i pontini ci pensa Andrea Terenzi, ex Fortitudo Pomezia, il quale accorcia le distanze con un gran destro dalla lunga distanza. Il Club Latina completa la rimonta nelle battute iniziali della ripresa con De Petris, il quale anticipa tutti in piena area, deposita la sfera in fondo al sacco con una bella esecuzione in estirada e carica sotto il profilo emotivo i propri compagni. I padroni di casa continuano a fare la partita e mettono la freccia con una perfetta giocata in parallela che coglie di sorpresa i giocatori rossoblù: Targa si presenta a tu per tu con il portiere ardeatino e cala il tris con un sontuoso scavetto. Il Club Latina, nelle battute finali del match, legittima i tre punti in palio, colpisce una traversa con capitan Persichino e sfiora ripetutamente la quarta rete. L’Ardea, di conseguenza, incassa la quarta sconfitta nelle ultime cinque gare disputate e, per forza di cose, si trova costretta a fare i conti con una posizione di classifica che non rispecchia assolutamente il proprio reale valore.
Antonio Gravante
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