


Terza gara ufficiale stagionale. Terzo risultato utile. Dopo aver centrato l’accoppiata vincente nel doppio turno di Coppa Italia con il Monastir e l’Olbia, la matricola Unipomezia spartisce la posta in palio, tra le mura amiche del Comunale di via Varrone, con il Teramo (1-1) e comincia con un pareggio casalingo la seconda avventura della sua storia nel Campionato di Serie D. Gli abruzzesi fanno del cinismo la loro qualità migliore in apertura di match e, al primo affondo, sbloccano il punteggio con Pavone, il quale prende la mira dai venti metri e, con un autentico capolavoro balistico, incastra il pallone sotto l’incrocio dei pali. Galvanizzato nel morale, il Teramo continua a schiacciare a fondo il piede sul pedale dell’acceleratore e, nei minuti seguenti, sfiora due volte la rete del raddoppio. Prima Nanapere scheggia la parte alta della traversa, poi Sereni, dall’interno dell’area, non inquadra di poco lo specchio della porta. Scampato il pericolo, l’Unipomezia si rimbocca le maniche e pareggia con Amadio, il quale approfitta di una defaillance difensiva degli avversari, entra in area e infila Torreggiani con una violenta conclusione dal basso in alto. La squadra abruzzese, poco prima del duplice fischio, colleziona l’ennesima occasione nitida da gol: Sereni semina il panico sulla corsia sinistra e offre un gran pallone a rimorchio per Salustri, il quale si vede negare la gioia del gol dal bravissimo Gariti, lesto ad opporsi con un prodigioso intervento d’istinto. Nella prima parte della ripresa si registra un’azione importante per parte. L’Unipomezia mette i brividi agli avversari su tiro da fermo: Binaco costringe Torreggiani a rifugiarsi in corner con un provvidenziale intervento con i piedi. Il Teramo, invece, replica con Pietrantonio. L’esterno si presenta a tu per tu con Gariti, ma non riesce ad angolare una comodissima conclusione e spara addosso al portiere di casa. L’ultima azione importante del match, taccuino alla mano, è di marca pometina: Esposito effettua un tiro radente dal limite dell’area, ma esalta i riflessi di Torreggiani, il quale dà un saggio delle proprie qualità, toglie il pallone dall’angolino basso e costringe le due squadre ad accontentarsi della salomonica spartizione della posta.
Antonio Gravante
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